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Bazar Bonino: il mercatino di giochi vintage e memorabilia di Torino

Il paese dei balocchi esiste, ed è a Torino. Nascosto tra le viuzze del Quadrilatero Romano si condensa in pochi metri quadri, sotto a un’insegna storica che recita: M. Bonino.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

Per molti quella M. sta per Mister Bonino, vale a dire Gianni, che oggi conduce l’attività, il Bazar Bonino. Ma è lui a svelarmi che quell’iniziale non è sua, bensì di una zia che, nel 1938, pioniera, apre un negozio di raccolta di carta da macero e rivendita di libri e riviste usate. Dopo la guerra, con gli ingrossi di abbigliamento che si trasferiscono in zona, Bonino si trasforma in un negozio di carte e corde nelle mani del padre di Gianni che, per due settimane, a causa di un periodo di malattia, lascia il negozio nelle mani del figlio quindicenne.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

Negli anni ’90 gli ingrossi di abbigliamento si trasferiscono fuori città, è un momento difficile, ma Bonino resiste. Gianni inizia a proporre a suo padre articoli di cancelleria più complessi, i primi giochi. Nel retro del negozio, insieme a vecchie carte, nastri, cartoline, trova un set di antiche macchine di latta. Scocca la scintilla. Pezzo dopo pezzo riempie gli scaffali di maschere, scherzi, giostre di latta, uova che saltano, coltelli retrattili, colori, trucchi, unghie finte, costumi: il negozio di famiglia si trasforma nel Bazar Bonino.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

È difficile descrivere la magia delle pareti che Gianni ha creato. Lui sostiene che sia disordine, a me sembra magia. Dalle suore che cercano colori, palline di cartapesta e piume per realizzare angeli, ai punkabbestia che comprano oggetti di giocoleria di ottima fattura, quando chiedo a Gianni quale sia il suo cliente tipo apre le braccia: “Chiunque”, mi dice. Mentre sono in negozio qualcuno chiama per sapere se ha una pistola ben fatta, realistica. Ride: “Non mi stupisce più nulla”. Solleva delle lanterne colorate: “Queste le prende Samuel dei Subsonica, io faccio finta di non capire chi è. È passato anche Buffon ad attrezzarsi per una festa dandy e un giorno Mastrandrea se n’è rimasto sdraiato lì dietro per un bel pezzo, a far girare i meccanismi a molla dei giochi di latta”.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

Il negozio si riempie anche di ragazzini che con cinque euro cercano di comprare lo scherzo più schifoso – cacche e vermi incredibilmente realistici –, spaventoso o puzzolente. “Un classico intramontabile è il petardo, il palloncino gonfiabile che scoreggia. Ma poi ci sono clienti adulti che mi ordinano centinaia di fialette puzzolenti”.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

La varietà di articoli è impressionante. “Scelgo i giocattoli in base a ciò che mi piace, ci sono dei pezzi che sono una scommessa. Li lascio in un angolo per un sacco di tempo, poi qualcuno entra, guarda in alto e dice: voglio quello, e io ormai mi ci sono affezionato. È capitato ultimamente con un robot di latta. L’ho venduto, ma con il cliente scherzavo chiedendogli di portamelo qualche volta a vedere, di trattarlo bene. Così ho imparato a tenermi qualcosa per me: nel retro ho un camion dei pompieri e Bender di Futurama”.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

Halloween, Natale, addii al nubilato, feste, compleanni, ma anche per farsi una coccola, Bazar Bonino è un paradiso per ogni occasione: dai ricercati articoli natalizi, primi tra tutti i presepi napoletani, alle giostre, gli animali e i robot di latta, vera passione di Gianni. Persi tra uncini, catene, festoni, schizzi di sangue, parrucche, lanterne cinesi e carta igienica che non si strappa, se aguzzate la vista troverete sempre un qualche gioco a molla, pronto a camminare, girare, suonare tamburi.

Nato nel 1938 come rivendita di carta e corda da imballo, il Bazar Bonino oggi è una bottega ferma nel tempo, del Paese dei Balocchi

Foto di Martina Merletti

E così alla fine io e Gianni ci troviamo a parlare di latta e trottole. Me ne fa vedere di diverse dimensioni e funzionamenti. Timido – rifiuta categoricamente di farsi fotografare – e apparentemente ansioso, davanti alle trottole che girano sul bancone rimangono solo larghi sorrisi. Ci divertiamo parecchio, mi appassiono ad automi di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. Perdersi nell’osservazione di ogni singolo articolo e chiedere a Gianni di farvi vedere come funziona, a cosa serve è il modo migliore per attraversare il Bazar. È così che ho imparato le doti della scimmia contatrice, ed è così che finisco con l’adottare un robot suonatore, una trottola di latta attira serpenti e due fogli di un’antica carta da pacco. Perché se il Bazar Bonino è un must per i bambini, trova il suo cuore pulsante negli adulti che hanno voglia di ridere, e sognare.

L'autore: Martina Merletti

Martina Merletti nasce nel 1992 e va fiera del suo nome allitterante. Nel tempo libero si è diplomata alla Scuola Holden, laureata in Agraria all'Università di Torino e ora lavora nel mondo dell’editoria per Zanichelli e nella ristorazione langarola. Vive una scissione continua tra le parole e i luoghi: la stanzetta buia dello scrittore e l’aria aperta, gli insettini, i prati montani. È ben felice, dunque, di poter unire le due cose e raccontarvi che aria tira in quel del Piemonte.

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