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Cose che amo di Bergamo da quando non abito più a Bergamo

È vivendo tre anni a Milano che ho capito di amare Bergamo. E non è un problema della mia nuova città, anzi, Milano ed io ci vogliamo un gran bene, di quelli ardenti e maturi: è che Bergamo ora ha il sapore di ciò da cui vengo. È la nonna che non mi vede mai, ma che sa chi sono perché “mi ha visto crescere”. Ma andiamo per fasi, anzi per tesi.

Tesi: Immischiarsi

Andarsene è bello, far confusione è bello, perdersi è bello e ti insegna tante cose. Ad esempio che è bello anche tornare. Mappa dei ricordi di Bergamo

Foto via Facebook

Bergamo è un posto in cui ci si può pure immischiare nella vita. Diciamo che non è facilissimo senza autobus dopo l’una di notte, ma ci sono centri di aggregazione che maldestramente mi mancano. Impossibile non parlare dell’Edoné,  in via Gemelli, poco fuori città, il posto in cui probabilmente ho visto più concerti nella mia vita.

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D’inverno piccola sala da live con programmazione ben al di sopra della media, ottima hamburgheria, posto in cui andare a chiacchierare e giocare a biliardino.

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D’estate palco all’aperto per piccoli festival e grande giardino che nei martedì caldi e appiccicosi, per la serata sangria, si riempie letteralmente di chiunque.

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Trovi i tuoi compagni dell’asilo e trovi il fratello minore di quell’amica di tua sorella che ora vive a New York. Se non sei al mare sei all’Edo. Ci ho passato molte ore a cercare persone, non sempre ho trovato chi cercavo, ma a casa non sono mai tornato senza che succedesse qualcosa.

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Dopo l’Edoné c’è il Polaresco, analogo spazio giovani, con uno skate park, alcune proposte culturali non male e interminabili feste piene di gioventù. Ci sono pure le sale prove in cui ha stonato buona parte della scena musicale orobica.

Antitesi: Distacco

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Foto via Flickr

Andare e tornare, tornare e ripartire: era questo il segreto che i saggi ci hanno lasciato nella bustina dorata. Tanto della bellezza di Bergamo, trovandosi essa a metà tra la pianura e le Prealpi, sta proprio nella continua possibilità di raggiungere un punto più alto, per guardare tutto e respirare. Della Città Alta, che per me è stata proprio città vissuta, avendoci studiato alle superiori, mi mancano gli spalti: angoli di mura venete fatti apposta per fermarsi e guardare giù — visto che tra l’altro le nostre mura non sono mai servite a nessuna battaglia. D’estate ci allestiscono svariati chiringuiti che fanno musica dal vivo, ma la vera essenza degli spalti la si scopre nei giorni normali, non turistici. Siediti e vedi un po’.

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Se passeggiando per queste altezze ti viene fame, puoi raggiungere il centro del centro della città, la via principale di Città Alta, via Colleoni. Troverai mille pub, panetterie, ristoranti, ma il meglio del meglio lo trovi al civico 13.

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Il Panificio Tresoldi fa pane dolce, pizze, snack, focacce, vende anche prodotti biologici, cibi nostrani e tutto ai prezzi migliori della zona.

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Chi ci vive sa che là sbaragliano la concorrenza.

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Come gli spalti, ma adatta pure per farci un picnic, giocarci a calcetto, insomma adatta per cazzeggiare più a lungo, è la Fara: grande pratone con vista, appunto in Via Fara. Più in su ancora c’è la Rocca, meta romantica per eccellenza. Più in su ancora trovi San Vigilio, raggiungibile con una funicolare meno famosa della principale. Oltre non saprei, ma assicuro che se ti perdi puoi salire anche più su. A Bergamo sei comunque a casa, non importa se non sai dove ti trovi.

Sintesi: Appartenenza

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In provincia esistono posti che ho visto molto meno spesso di quelli citati qui, ma che si sono ben installati nella mia memoria. Per una settimana ho fatto il pastore di mucche in Val Brembana, per l’esattezza nel comune di Roncobello. Se volete assaggiare i formaggi (deliziosi e sconosciuti) che nascono in alpeggio là in cima, potete acquistarli direttamente al negozietto del mio boss Colombo Sperandio, in Via Sottochiesa, 393, comune di Oltre Il Colle.

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Foto via Orobie

Magari non avrete la possibilità di correre con un bastone a radunare mucche d’alta quota che si cibano di vegetazione spontanea, ma potrete fare moltissime passeggiate per queste ed altre montagne. Ad esempio è immancabile una gita alle Buche di Nese, dove un fiume di montagna crea vari laghetti in cui noi locali amiamo fare rigeneranti tuffi freddi.

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Foto via Orobie

Insomma, la montagna bergamasca è contemporaneamente un’avventura di ascesi e di sporcizia, di sudore per andarsene e scoprire, da lassù, quanto è meravigliosa la valle che hai lasciato.

L'autore: Pietro Raimondi

Gli avi di Pietro Raimondi popolavano le distese umide del Cremasco. Per un incrocio di piccole migrazioni lui è nato a Bergamo e ora se ne sta su un tram a Milano. Scrive canzoni per Montag, per i Majno e vorrebbe scriverle per chiunque. Studia lettere, ma sta cercando di smettere. Si dice sia nella misteriosa redazione di Rockit e che gli scappino articoli per Dailybest. Quando gli chiedono cosa fai risponde boh adesso vediamo.

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