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Le due facce del rock: The Horrors e Wrongonyou all’Home Festival

Basta chiedere a qualcuno che abbia partecipato anche una volta sola a un festival, sicuramente avrà un ricordo particolare, divertente, triste, un’avventura, un imprevisto da raccontare e ne parlerà fino allo sfinimento suo e vostro, è inevitabile, è l’effetto che fanno i festival.

Foto di Giulia De Marchi

Per gli artisti che ci suonano non cambia poi molto, tutti più o meno hanno avuto un passato da semplici spettatori e un presente pieno di incidenti che hanno spesso a che fare con i live. Proprio di questo, nel backstage di Home Festival, si è parlato con The Horrors, band garage punk inglese ormai al quinto album e Wrongonyou, artista romano, nuova promessa della scena indipendente italiana.

Foto via Facebook

Incontro Faris Badwan e Joshua Hayward, rispettivamente voce e chitarra degli Horrors, subito prima del loro soundcheck, nel pomeriggio del Day 1. Sono la versione “adulta” di come li ricordavo nei primi anni 2000, meno goth ma comunque completamente vestiti di nero (se si esclude l’interessante maglietta in rete rossa di Faris), mi dicono di accusare un po’ il jet lag ma che è tutto ok.

È la loro prima volta a Treviso e all’Home Festival e si finisce inevitabilmente a parlare di quella che è la line-up di quest’anno. Chiedo se sono curiosi di vedere suonare qualche artista in particolare: “I Duran Duran. Non li abbiamo mai visti. Siamo amici di Tim Burgess dei Charlatans, ma loro suonano domenica e purtroppo ce li perdiamo”.

Foto di Giulia De Marchi

Le attrattive che offre Home sono infinite ed entrambi si illuminano quando suggerisco che c’è la possibilità di fare bungee jumping. “Davvero? Qui? Ok, vorremmo avere più tempo per poterlo fare”. Guardarli mentre si lanciano nel vuoto sarebbe una bella storia da raccontare, ma non ho intenzione di lasciarli andare via senza prima essermi fatta raccontare un aneddoto. E finalmente ci riesco: “Ok, non è proprio un ricordo divertente, però… non so dove stessimo suonando, ma una volta Joshua mi ha rotto il naso colpendomi con la chitarra”, riferisce Faris. Joshua invece aggiunge “Quando andavamo ai festival invece era divertente entrare a Glastonbury senza pagare, scavalcando. Però una volta era più facile, adesso le cose sono un po’ cambiate”.

Foto di Giulia De Marchi

Dagli ex goth, alla cosa più simile a Justin Vernon che ci meritiamo in Italia: Wrongonyou, classe 1990. Quest’anno ha suonato anche al Primavera Sound e gli chiedo immediatamente come è andata. “Non c’ero mai stato da spettatore anche se volevo andarci – racconta – ma è bello esserci arrivato direttamente da artista. La cosa bella è che ho suonato più o meno all’ora del tramonto, sul mare, poi ok la mia musica è abbastanza apprezzata all’estero però era anche pieno di italiani che sono venuti a vedermi, è stato davvero bello”.

Foto di Giulia De Marchi

Ha passato l’estate in tour, anche in Italia, “Trentacinque date di fila, sto per morire, l’ultimo concerto lo faremo in una chiesa, però va bene, sono contento, vedere che in tutta Italia c’è risposta è una figata”. Ora manca solo un tour in Giappone, dove è conosciuto perché Netflix ha incluso tutto il suo Ep “The Mountain Man” nella soundtrack della serie “Terrace House: Aloha State”.

Per quanto riguarda l’Home invece: “Sono curioso di vedere i Libertines, non li ho mai visti, neanche ascoltati tanto, però voglio vedermi il loro live. Anche Ghali, Marracash e Gué Pequeno e i London Grammar”. Meglio smettere di parlare e andare sotto palco, allora, per trovare il proprio posto di casa.

L'autore: Elena Donatello

Elena si è laureata al Dams (di Padova) ma a malincuore perché Andrea Pazienza non ha mai ceduto a questa debolezza. Rimpiange i giorni da speaker e vorrebbe disintossicarsi da Twitter. Scrive soprattutto di musica e fa anche altri lavori che con la musica non c’entrano niente: quest'ultima è una brutta abitudine che vorrebbe perdere al più presto.

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