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Natura metropolitana: andare in campagna senza muoversi da Milano

Essere qui significa scoprire quello che non ti aspetti. Se Milano rimanda continuamente al presente da vera capitale italiana della contemporaneità, dove tutto è in divenire e dove quasi tutto il nuovo avviene, succede che in queste trasformazioni a volte si nasconda qualcosa di molto antico. A due passi da casa, fra una stazione della metropolitana e una centrale elettrica, si scorgono cascine lombarde del 1700. E terreni coltivati. E distese sconfinate di foglie, vegetazione, orti, stalle e mangiatoie. Tante vie Gluck sopravvissute ai nostri tempi.

Foto di micrô

Alla ricerca di una postazione di lavoro con connessione internet ci si imbatte in una biblioteca comunale e si scopre che questa è ospitata nella stalla di una cascina seicentesca. Dal 2004 infatti la Biblioteca Chiesa Rossa, in zona sud-est, regala una magica sospensione del tempo e dello spazio permettendo a chi studia o lavora di farlo lanciando un’occhiata attraverso enormi vetrate sul verde. Circondati da un parco delimitato da porticati, si può lavorare connessi alla rete libera del comune e ad ogni pausa si può fare un salto nel piccolo e grazioso Bar Micrò dove un progetto sociale unisce il lavoro di persone con disabilità all’organizzazione di eventi culturali.

I concertini jazz del venerdì sono ormai un rituale per chi frequenta questo luogo in primavera ed estate. Che sia repertorio tradizionale o composizioni originali della scena jazzistica milanese, il tramonto la fa da padrone. Due domeniche al mese i portici di Chiesa Rossa si riempiono di allevatori bergamaschi e produttori di miele, riso e biscotti. Un mercatino dove curiosare e assaggiare quello che nei negozi ha perso un po’ del suo gusto.

Mare Culturale Urbano – Foto di Luca Chiaudano

Dalla parte opposta della città, ad ovest, un altro viaggio nel tempo ci porta nell’ultra contemporaneità di Mare Culturale Urbano, il quartier generale di un progetto ambizioso e visionario.  Nel 2014 un bando assegna la gestione dell’area dismessa di via Novara 75  e della cascina Torrette di Trenno ad un gruppo di soggetti diversi che danno vita ad una start-up innovativa e a vocazione sociale. L’idea è quella di dar vita ad un nuovo modello di sviluppo territoriale e di business culturale.

Mare Culturale Urbano – Foto di Luca Chiaudano

Quando vieni a vederlo per la prima volta, ti ritrovi a perlustrare e ad annuire. L’idea era giusta. Più di 7000 metri quadri aperti tutto l’anno per garantire agli abitanti della zona, e ad ospiti internazionali, spazi culturali e di produzione artistica, aree di coworking, caffè e bistrot e verde pubblico ridonato alla collettività. A Mare Culturale non ci si ferma mai e il tempo è tempo per fare. Ci sono persone ovunque e ci si sente circondati da operosità.

Qui si frequentano corsi di yoga al mattino e si può partecipare all’autoproduzione di una fanzine per sovvertire simbolicamente l’esito delle elezioni americane. “Ascoltiamo un disco” è l’appuntamento domenicale nel quale Luca De Gennaro di Radio Capital racconta un grande album della storia musicale dell’ultimo secolo. Prince e Keith Jarrett  aleggiano nell’aria mentre vengono proposti percorsi di degustazione di vini naturali. Qui si balla tango alla Milonghetta a Mare e se si vuole si impara la scrittura rap in un laboratorio dal titolo “Come si canta la vita”. Tutto quello che non ci si immaginava di poter mettere insieme e che invece esiste.

Mare Culturale Urbano – Foto di Luca Chiaudano

Un percorso tanto rivoluzionario quanto antico, un modello che ripropone il senso di collettività e di sostenibilità con l’housing sociale, e di spazio multifunzionale fra le mura di una cascina adesso di nuovo viva. Venire qui a Mare significa anche condividere una visione la cui realizzazione non è stata evidentemente facile. Se vi piace contribuire attivamente alle sfide e farlo in un contesto extra-urbano dove vecchio e nuovo dialogano costantemente, non lo lascerete più. Questo è un piccolo viaggio in una Milano ancora un po’ rurale. Da dove il contemporaneo sembra più scintillante e dove sentirsi un pò, ancora, a casa.

L'autore: Carmela Menzella

Nata a Matera, ha studiato lingue a Roma e lavorato principalmente nel campo dell'interpretariato e della mediazione per i diritti umani. Da qualche anno a Milano, decide di scoprirla raccogliendo storie legate al cortocircuito fra passato e contemporaneità.

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