C’è una linea sottile che separa il mare dal cielo, le azioni dai pensieri, la realtà dai sogni: quella linea si chiama orizzonte.
Chi viene qui, in Versilia, non può fare a meno di perdercisi, per qualche istante o per qualche ora.
Chi vive qui, invece, non ne potrebbe mai fare a meno, come se quello spazio magico in cui mare e cielo si fondono costituisse una parte inscindibile dal proprio essere. Perché noi gente di mare ce l’abbiamo un po’ tutti, lo strano vizio di aggrapparci all’orizzonte. Sarà l’idea dell’infinito che rappresenta a rassicurarci?
Che sia un vizio congenito lo si capisce subito andando a passeggiare sul pontile, quella lingua di cemento e acciaio che sembra protendersi proprio verso l’orizzonte: a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana c’è sempre qualcuno, appoggiato alla balaustra o seduto sulle panchine, intento a scrutare lontano.
Perché il pontile di Forte dei Marmi è un punto di osservazione privilegiato per tutti quelli che, ogni tanto, sentono il bisogno di allontanarsi dagli schemi della quotidianità per sognare l’infinito. Pescatori solitari, coppie d’innamorati, giovani surfisti, anziani nostalgici… Si ritrovano tutti qui, a passeggiare verso il mare, con le Apuane che torreggiano salde e fiere alle loro spalle.
Anche io faccio parte di questa schiera di sognatori in cerca di sollievo. Ho perso il conto, ormai, delle volte in cui ho percorso questa passeggiata di 300 metri, sola o in compagnia, euforica o amareggiata, accarezzata dal vento o accaldata dal sole anche se, immancabilmente, sospinta da un inconscio desiderio di pace. Una pace che riesco a percepire solo qui, in questo luogo proteso verso l’orizzonte e sospeso tra certezze e possibilità; l’unico luogo in cui, anelando l’infinito, posso finalmente smettere di avere paura.
Credits delle foto: Anna Bastianelli