“Adriano è uno dei quartieri storicamente più giovani di Milano”. Comincia così il racconto di Ivan Carozzi, scrittore e giornalista coinvolto in Adriano a Cielo Aperto, un grande progetto di Civic Media Art, percorso internazionale di arte pubblica, curato e prodotto da CheFare con la direzione dell’artista olandese Kevin Van Braak, all’interno del programma più ampio Lacittàintorno di Fondazione Cariplo. “Chi ci vive chiama «Adriano vecchia» la parte di quartiere costruita negli anni ’90 – continua a raccontare Ivan – e «Adriano nuova» quella costruita fra gli anni Zero e Dieci del nuovo millennio. Stessa generazione di Ghali o di uno YouTuber, insomma”.
Gli chiedo di descrivermi il quartiere, io Adriano non lo conosco e voglio provare ad immaginarmelo. “Una commistione di linguaggi architettonici puramente moderni e contemporanei, il che rende questa zona a mio avviso seducente. E a fare da sfondo molta campagna, di cui sono rimasti grandi fazzoletti di verde tra un palazzo e l’altro, e poi c’erano i capannoni della Magneti Marelli”.
“Di quel passato industriale restano l’immensa Torre Piezometrica, e il Matitone, cioè un tozzo obelisco in cemento armato utilizzato come rifugio durante la seconda guerra mondiale, e infine una serie di giganteschi tralicci, grandi come tirannosauri, che un tempo rifornivano di corrente elettrica la Magneti Marelli e le fabbriche di Sesto San Giovanni”.
Gli domando a chi consiglierebbe di visitare il quartiere. “A chi ama il cinema, dato che Adriano, con suoi pezzi di orizzonte liberi e visibili, in alcuni punti somiglia a una grande scena stesa su un grande schermo; a chi ama, per esempio, il cinema di Antonioni: qui c’è la stessa poetica degli spazi che si ritrova nei suoi film; in generale a chi vive a Milano e ignora l’esistenza di questo quartiere davvero diverso dagli altri”. Mentre mi parla mi sembra di vedere uno scenario quasi metafisico, uno di quei luoghi che devono ancora farsi del tutto e mi sembra quindi una pagina perfetta su cui poter scrivere una storia nuova.
In effetti una storia nuova è quella che questo progetto ha voluto realizzare proprio con gli abitanti di Adriano. Chiedo a Ivan qual è stato lo sviluppo degli eventi. “CheFare ha incaricato l’artista Kevin Van Braak di pensare un progetto di arte pubblica per e con la comunità di Adriano. Kevin ha quindi pensato a degli striscioni da appendere ai balconi del quartiere con frasi e pensieri delle persone che nel quartiere vivono”.
“Una sorta di «giornale a cielo aperto», com’è stato detto nella comunicazione di CheFare. Io mi sono occupato d’incontrare, insieme alla curatrice del progetto Lucrezia Cippitelli, decine e decine di persone, intervistarle, organizzare delle conversazioni, sottoporgli questionari etc. Infine mi sono occupato di raccogliere tutto il materiale, di selezionarlo e di tirarne fuori le frasi che sono finite sugli striscioni”.