A una quarantina di minuti da Bergamo, nel cuore della Val Brembana e, per dirla come Manzoni, nascosto da una catena ininterrotta di monti, si trova Branzi, un piccolo e bellissimo paesello dove poter trascorrere una giornata immersi nella natura e nell’accoglienza bergamasca, ingolositi da un bel piatto di polenta.
Come molti borghi della zona, sotto Natale Branzi diventa un luogo sempre in festa. L’aria montana e la neve contribuiscono a trasmettere ancora di più le sensazioni tipiche del periodo natalizio.
Arrivo verso le 15, anche se l’ora di pranzo è ormai passata al Ristorante Pizzeria Il Caminetto tengono ancora aperta la cucina, così mi faccio portare subito un piatto di taragna e funghi.
La polenta taragna di Branzi è riconosciuta come la migliore di tutta la Val Brembana e quindi, per estensione, la miglior polenta taragna che ci sia. Preparato fondendo nell’impasto del formaggio Branzi fuso tutto il piatto fila come se fosse mozzarella. Non si può passare per Branzi senza mangiare la loro taragna, mi raccomando.
Famoso soprattutto per il suo formaggio, Branzi è pieno di formaggiai, dal rivenditore ufficiale alle piccolissime fattorie di alpeggio che espongono i prodotti su un bancone in legno all’interno di stanzette improvvisate.
I pacchetti natalizi con ogni tipo di stagionatura del Branzi non possono mancare. Prima di proseguire il mio mini tour mi fermo un attimo a contemplare la cascata che scende dai monti, che si può osservare molto bene da dentro Il Caminetto e che dà su tutta la valle circostante. È uno spettacolo che rilassa molto, soprattutto se completato da tutta la neve che è caduta nei giorni scorsi.
Girato l’angolo di Piazza Vittorio Emanuele , a pochi metri dal Caminetto, perché tutto a Branzi si concentra in pochi metri, vado a bere un ammazza caffè alla Tavernetta di Juri e Marzia, un bar birreria che vende il meglio delle birre artigianali della Lombardia.
Io prendo un irish coffee, ci vuole visto che fuori fanno – 2 gradi. Dentro sembra di stare di uno di quei bar delle sperdute provincie degli Stati Uniti del nord: caldi, accoglienti e col bancone sempre affollato. Il locale è tutto addobbato a festa: Babbi Natale, festoni e scritte di auguri.
Non so perché mi viene in mente Twin Peaks, ma la Tavernetta è decisamente meno inquietante.
Si sta facendo buio. In un piccolo parco vicino al centro sorge un presepe gigante fatto esclusivamente di luci colorate, che con il calar del buio diventa ancora più suggestivo. Mi metto a fare un po’ di foto e mi diverto a cambiare i tempi di esposizione. Mi fa ridere come a seconda di come io imposti la macchina fotografica le luci del presepe sembrino quasi i contorni di un videogioco Arcade degli anni 80, oppure delle luci soffuse che ammantano un silenzioso paesaggio nevoso.
Di ritorno verso casa, a ridosso dei boschi poco fuori Branzi, vedo due ragazzi che vagano, paletta alla mano, e ogni tanto si chinano per raccogliere del muschio. Decido di fermarmi un attimo e chiedere come mai hanno due casse piene. “Siamo fissati con il presepe, veniamo qui ogni anno e ne raccogliamo un po’, guarda com’è verde.” “Ma non avete paura di andare nel bosco a quest’ora?” Chiedo io. “Ma no, figurati, qui a Branzi è sempre tutto molto tranquillo, come in ogni paese di montagna”.
No, decisamente non siamo a Twin Peaks.