Più di novemila ragazzi, dalle scuole medie alle superiori, hanno affollato San Donà di Piave partecipando a una serie di proiezioni, cineforum, cortometraggi, presentazioni e flash mob.
Tutto questo per il Giffoni Movie Days, in trasferta in Veneto, lontano dalla sua terra natia.
Mi è stato chiesto di scattare qualche foto di reportage e così io stesso mi sono ritrovato a far parte di questo movimento di sguardi e di cose che accadevano. Ho assistito alle proiezioni per i bambini, ai giochi sui film, alle pillole di cinema.
E poi gli incontri con gli autori: dalla scrittrice e Youtuber Sofia Viscardi, con il cast di “Succede”, a Matilda De Angelis per “Youtopia”, fino a Frank Matano per il suo nuovo film “Tonno spiaggiato”.
Ma se c’è una cosa, un sapore, che questo evento ha lasciato in me, è stato assistere quasi per sbaglio a “Lady Bird” di Greta Gerwig con Saoirse Ronan, candidata agli ultimi Oscar. Ho visto la pellicola in piedi, di straforo, nell’angolo in fondo alla sala gremita di ragazzi. Ne sono stato rapito.
“Lady Bird” racconta la storia di una ragazza di umili origini mentre passa dall’adolescenza all’età adulta. È un film che sa toccare molte corde, ma lo fa in una chiave estremamente sincera e allo stesso tempo estremamente precisa, senza confondere tempi, temi e pensieri. In maniera analitica, racchiude in se moltissimi stereotipi dell’età adolescenziale, forse tutti. Dal rapporto conflittuale con i genitori, alla migliore amica “sfigata”, il primo amore, il primo rapporto intimo…. Il tutto in America, quindi ingigantito e allo stesso tempo reso semplice, immediato. Che ti chiedi alla fine: è veramente così la vita di un adolescente?
E infatti, alla fine del film, la parola è passata proprio ai ragazzi di terze e quarte superiori presenti in sala. Una ragazza ha usato il termine “una bella malinconia”. Non credo ci sia niente di più giusto. Io ho trent’anni: quell’età, quei sentimenti, quell’uragano dentro che non ti fa capire nulla l’ho provato anche io. Ed è stato bellissimo potermi rivedere in quei personaggi. Come penso sia stato bello per i ragazzi in sala sentirsi “non diversi” da quella storia.
Per fortuna ci sono i film a ricordarci che è normale. Che siamo normali, nel nostro disordine interiore. Per cui ben venga il cinema che racconta le storie di ragazzi. Che racconta le storie di bambine che diventano donne, di primi amori proibiti tra uomini, di umili sogni che trascinano persone a fare grandi cose.
Ci vorrebbero più Giffoni Movie Days. Oppure, al contrario, sarebbe meglio che un giorno non ce ne fosse più bisogno.
Sarà il giorno in cui il cinema per ragazzi farà parte di un programma scolastico, di un programma di insegnamento della vita, della trasmissione ai giovani di una consapevolezza che il loro segreto mondo incasinato va bene così.