“Arrivai a fine settembre. Pensavo di essere preparata a quello che avrei visto, ma la desolazione che trovai mi sconvolse; non c’erano neppure le farmacie aperte! A stagione finita la città era la morte!”. Mi racconta così Susanna, traferitasi in Romagna circa dieci anni fa e ora receptionist presso un grand hotel a Riccione.
Riccione è così; ha due anime, quella assonnata e pigra dell’inverno e quella frizzante e caciarona dell’estate. Susanna parla di Riccione come di “un palcoscenico, una vetrina che cambia spesso immagine e ad ogni stagione ha qualcosa di nuovo da offrire.” Come nelle migliori commedie pirandelliane, la città può interpretare mille ruoli con uguale credibilità. E si svela in previsione della riapertura estiva: le cabine dei lidi profumano di vernice fresca, le nuove insegne si rivelano e gli ultimi buchi vengono stuccati.
Anche lo skyline della città parla tante lingue diverse; hotel ultra moderni con facciate di cristallo e frangisole in teak si alternano a pensioni più vetuste, (oggi diremmo “vintage”) con insegne scollate anni ’80 e colori pastello. Alcuni alberghi rimangono anonimi all’esterno, non differendo molto dai condomini, ma la maggior parte investe su una facciata riconoscibile, come alcune strutture che ricordano navi da crociera appena attraccate.
Chi pernotta a Riccione per la prima volta, chiede subito alla reception dell’albergo indicazioni per Viale Ceccarini. Ma la strada più sponsorizzata di Riccione spesso non coincide con i luoghi del cuore. Valentina, receptionist di un altro hotel ad esempio, ama il lungomare. “Camminare, correre o pedalare nella zona del porto è un vero e proprio rituale che io stessa pratico tutti i giorni. Quando c’è vento, puoi trovare anche i surfisti che sfidano le onde“.
“Verso l’ora di pranzo l’odore della salsedine si mescola con il profumo degli spiedini di gamberi e calamari preparati dal ristorante Da Gher – continua a raccontare Valentina – mi ricordano i pranzi estivi con i miei nonni. Mi sento fortunata ad essere nata in una città di mare… se ci fossero più locali con musica live sarebbe la città perfetta!”
Torno da Susanna che quando consiglia ai suoi ospiti l’esperienza alla Brasserie non sbaglia mai. “Gli indico questo angolo di quiete e poesia a due passi da Viale Ceccarini, una vera bomboniera dove gustare la buona cucina romagnola rivisitata. Il posto ricorda un grande salotto ben arredato; a renderlo unico è il fatto che non solo mangi ma puoi anche acquistare tutto quello che c’è al suo interno: tazze, borse e candele”.
E poi, leggi sul giornale che un attore del calibro di Keanu Reeves sceglie di trascorrere la sua serata da Bafèt , un luogo per chi ha voglia di fare un viaggio nel tempo, andando indietro alle osterie di una volta. Ai tavoli non si serve certo con i guanti bianchi ma la pasta fresca qui è sempre una garanzia.
Ha ragione Susanna, “Riccione è un palcoscenico” e in scena può accadere di tutto! Può accadere che l’attore di Matrix si goda le sue tagliatelle preferite e che io mi diletti in una suonata a quattro mani con il direttore di un grand hotel.