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Jesolo vista dal cielo

“Sai la cosa più bella qual è? Che se sei per aria, lasci i tuoi pensieri a terra. Se hai il magone e sali in volo, lui rimane giù. Volare ti libera la mente, ti pulisce la mentalità”. Erich Kustatscher parla senza indugio, dietro di lui mappe fisiche della costa adriatica con rotte e cerchi segnati a mano in colori diversi. Alla sua sinistra, modellini di Spitfire, Skyrider e Tomcat, insieme a coppe e medaglie. Oltre il vetro della finestra sfreccia all’improvviso un ultraleggero in fase di atterraggio, entra nell’inquadratura da sinistra e ne esce velocissimo lasciandosi dietro la lieve oscillazione dell’erba.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto di Giulia Callino

Il mio incontro con il pilota e istruttore inizia al Club “Papere Vagabonde” di Caposile, immediato entroterra tra Musile e San Donà di Piave, in quella provincia veneziana delineata dalla pianura appena prossima alla laguna. Con oltre trentamila ore di volo all’attivo, in tasca i brevetti di quasi ogni specialità inclusa la mongolfiera, Erich ha avuto modo di veder cambiare Jesolo di anno in anno, osservandone dall’alto l’evoluzione metropolitana.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto di Giulia Callino

“Nel corso del tempo, la scansione dei luoghi lungo la costa è stata sempre più data dal sorgere di nuovi grattacieli. È bello volare sul mare, ti mostra una gestione della spiaggia razionale e curata come in nessun altro luogo. Tredici chilometri di litorale di un ordine bellissimo, dal faro fino ad arrivare alla zona del porto di Cortellazzo. Un bel biglietto da visita, anche per chi arriva dal cielo”.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto di Giulia Callino

Oggi la traiettoria di Erich sorvola soprattutto il territorio che ci circonda: “Per la sua storia e varietà, l’Italia è il paese più bello del mondo da scoprire dall’alto. Un mese fa abbiamo organizzato un volo lungo l’Adriatica sino quasi a Rieste, una ventina di aeroplanini. Però, facendo ogni giorno tanta scuola ormai sono molto qui, guardo questo paesaggio. Noi abbiamo il vantaggio di avere la laguna di Venezia, un ambiente unico al mondo. Ieri la giornata era così pulita che potevamo vedere da un lato la Marmolada, dall’altro la Jugoslavia. Ma il cielo ha le sue regole. Si preferisce evitare di condurre gli allievi in zone di lavoro troppo vicine all’aeroporto di Tessera e questo invita alla scoperta di una laguna meno conosciuta, ma ugualmente molto bella”. Il riferimento è al ritaglio tra la striscia di terra di Jesolo e Cavallino-Treporti e gli isolotti lagunari sino a Lio Piccolo – quest’ultimo una perla da scoprire anche raggiungendola via terra. “Ed è difficile dire un panorama preferito, perché basta che la luce cambi per vederli cambiare. Come per le stagioni, dal grigio di marzo ai colori dell’autunno che trasforma”.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto via Facebook

Cerco di indagare le coordinate spaziotemporali nel cuore del pilota altoatesino: “L’orario è proprio verso sera. L’aria calma, la trasformazione massima della luce che diventa riposo. Se vai in giro a bassa quota come noi, è uno spettacolo immenso. Certo che il colore a cui sono più legato parte dall’azzurro, ma a me piace soprattutto la luce dopo il temporale. L’aria pulita, la trasparenza che libera il cielo. L’odore diverso. Spesso crea anche qualche arcobaleno. Sono innamorato dei temporali, perché portano grandi cambiamenti in poco tempo. Il temporale è una rivoluzione”.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto via Facebook

Ci ritroviamo qualche giorno dopo al Ristorante Milano, un locale storico di Jesolo affacciato sull’omonima piazza –l’unico dove Erich venga a mangiare il pesce, insieme al rinomatissimo Da Guido-, dove l’istruttore è accolto con grande affetto dai titolari. Uno dei due mi si avvicina con fare confidenziale: “Se oggi mio figlio è uno stimato pilota in Inghilterra lo dobbiamo a questo signore, che lo ha fatto davvero crescere”.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto via Facebook

Gli chiedo se ricordi il suo primo volo: “Certo che me lo ricordo. Avvenne in montagna. Degli amici tedeschi erano stati in America e tornarono con un deltaplano, uno straccio di tela che neanche loro sapevano come usare. Con quello feci il primo salto, o tentato salto: caddi in un fosso, mi feci malissimo e arrivarono anche i Carabinieri, con un verbale che non finiva più. La passione? Quella è continuata ancora più di prima”.

Negli anni 70 il regista Folco Quilici ha girato "L'Italia vista dal cielo". Sulla sua scia, ci siamo fatti raccontare da un pilota Jesolo vista dall'alto

Foto via Facebook

Domando a Erich se sia legato a qualche volo in maniera particolare: “La qualità di un volo non è data soltanto da ciò che hai sotto di te. Penso al sorriso che vedi sul volto di chi sta volando per la prima volta. Per alcuni può essere anche qualcosa di irraggiungibile, un tabù. Quando sei venuta a trovarmi al campo c’era anche un bambino di Jesolo, avrà avuto sei anni. Non ho ancora capito chi lo abbia portato. Mi ha raccontato il suo sogno: Voglio diventare Pony 10, il solista della pattuglia acrobatica nazionale. Senti, gli ho detto, andiamo a fare un giro. Quando è sceso dall’aereo, ho sentito di avergli aperto una finestra, qualcosa che prima non vedeva. Uno come me prova una felicità profonda per questi piccoli momenti. Ci vedo molto più futuro di chissà che cosa”.

L'autore: Giulia Callino

Scrive di musica per Rockit.it e realizza reportage narrativi per CTRL Magazine. Ama la fotografia e si occupa di live photography. Le interessa indagare le storie degli altri, perché nel raccontarle scopre anche la sua.

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