Francia, 1982. Nasce lì la prima “fête de la musique”, evento che vede radunare 10 milioni di spettatori. Le cose belle, si sa, vanno emulate e così da cinque anni, a fine giugno, Brescia ospita la Festa della Musica. Letteralmente ovunque in città risuonano note e colori. Pop, elettronica, classica, jazz: ogni genere si mescola per le strade diventando un solo suono che si propaga per la città. Benvenuti al racconto della mia festa della musica.
L’ultima volta che ho visto Brescia così variopinta è stata al Pride dello scorso anno e non posso che gioire nel vederla nuovamente splendere, tra etnie e gente di ogni età. Nessuna disparità di trattamento per piccoli e grandi artisti, venuti ad esibirsi gratuitamente per l’occasione. Si respira un grande senso di aggregazione e ci si riscopre sorridenti e complici con degli sconosciuti. Suoni diversi riempiono luoghi diversi. Meravigliosa la contaminazione ottenutasi per il progetto scolastico teatrale e musicale svoltosi negli spazi del MO.CA.
Passeggiando un po’ più in là, in Piazza Vittoria, tra uno stand di birra e un altro (il paradiso del birrafondaio) un super palco attendeva di essere esplorato: quello della Latteria Molloy e Albori festival, situato su un tour bus e con degli artisti in line up che ho avuto modo di ascoltare solo su disco: i Barriga.
Mi fermo con una rossa in mano e il mento all’insù. Non mi manca nulla.
Quello che invece ad un certo punto è mancato ad un cittadino bresciano è stata la pazienza. Verso le 23:30 il proprietario di un attico scambia la folla per piantine in crescita e per venti minuti l’annaffia con una canna dell’acqua, creando un fuggi fuggi generale, un laghetto Koi davanti al palco; qualche danno alla strumentazione e per puro caso non alle persone sottostanti. Disilluse le speranze di chi come me bramava che lo sconosciuto scendesse in stage diving dall’attico, è stato invece segnalato alle autorità locali.
Ma poco importa, la festa della musica è tanto altro, soprattutto è una di quelle cose che ti inorgoglisce al solo pensiero di vivere qui. Quindi mi sposto verso un palco che mi riporta immediatamente alle cassettine ascoltate, riascoltate e consumate di Dre, Public Enemy e Beastie boys: è il palco hip hop situato in piazzale Arnaldo e a San Polino.
Giovanissimi i fruitori e quasi scappa una lacrimuccia quando durante un dj set sento così tante persone cantare assieme Without me di Eminem.
Come me molti altri si sono sentiti nostalgici, magari ascoltando Alba chiara in piazza Loggia o Nothing Else Matters in corso Zanardelli. Ed è così che ci ha fatti sentire questa festa, come tanti ballerini sognanti, uniti dalla musica che ti costringe a fare la cosa più bella del mondo: ascoltare.