Mentre l’autunno è al lavoro, il blu zuccherino del cielo si disperde oltre le creste prealpine. Poco prima dello smorzarsi del giorno, vanitoso, prende possesso della scena scagliandosi contro questo specchio di Lago.
Malgrate è il luogo ideale per il dolce far niente, dove il tappeto d’acqua s’infrange timido contro le sponde del porticciolo. È qui, nella rinnovata cornice, che s’incontra la sensazione di pace nel cuore. In fronte a quel meraviglioso dono della natura, che è La Rocca.
I primi tasselli color del mogano si fanno spazio, con garbo, in quel mosaico di larici e querce a strapiombo sul Lario.
Ostaggio di un sogno, che è ormai trama della realtà, discosto la vista verso il colosso a ridosso del telo di riflessi.
Impregnato di fascino, il San Martino ostenta fiero le sue grigie e spoglie rupi.
È un tratto ininterrotto di monti, Lecco. Un’incredibile spettacolo di rocce e boschi, che si fa teatro di romantiche passeggiate lungo le coste lariane.
Oltrepassato il Ponte Kennedy, conosciuto come il Nuovo, il Lago di Lecco si assottiglia per ridar vita al fiume lombardo per eccellenza: l’Adda. In lotta con le tinte rosate, le ombre si alzano al calar del sole, mosse dal caldo respiro del Föhn.
Dove la pioggia capricciosa tarda a tornare, le acque dolciastre lasciano sempre più spazio alle pietre.
Il letto sfatto dell’Adda, regala questa preziosa vista del poco distante Ponte Azzone Visconti. Nato nel 1336 per volere dell’omonimo signore di Lecco, è la testimonianza medievale più importante della città.
Di un’intensità stordente è il rosso corniola, che segna l’ingresso della città del ferro. Lo sguardo è perso tra le infinite sfumature dell’autunno, l’eco delle pennellate rimbalza in questo primo tratto di fiume.
Non è facile riprendere il cammino, la fame viene in aiuto.
Lungo la costa che porta a Pescate, appena sotto il Ponte di Ferro, decido di cenare in quello che, ad oggi, è il santuario della birra artigianale locale sul Lago di Lecco.
Herba Monstrum, rinomato per l’accurata scelta degli ingredienti locali, offre una sala in cui è facile godere del vociale dei calici e dei sorrisi genuini del personale.
Eccellente per qualità e quantità, offre un ricco menù che comprende proposte vegane e vegetariane.
Tra squisiti dolci della casa (dovete assaggiare il birramisù!) e profumati taglieri prealpini, gli hamburger fanno da padroni.
Ecco il re di questa stagione. Racchiuso tra il pane fatto con farina di castagne, l’hamburger di manzo è accompagnato da speck, funghi porcini trifolati, crescenza, misticanza e le immancabili patate fritte. L’ho affiancato alla dolce Meilé, birra al miele mille fiori di montagna. La mia preferita.
Qui le birre, ad alta fermentazione, sono spillate direttamente dai fusti e soddisfano i più svariati palati, degli amatori più attenti. In casa Herba Monstrum, la fama di accontentare in tutto non è vanteria.