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L’origine della brioche e 5 posti a Bergamo in cui gustarla

Ce lo diceva Maria Antonietta e forse, prima di lei, anche Caterina de’ Medici e Maria Stuarda: “Se non hanno pane, mangino brioche!” Tutti al bar allora, offre la signora con la parrucca lì in fondo.
A parte le leggende metropolitane (la celebre frase non ha alcun fondamento di verità), la storia c’entra. C’entra eccome. La classica forma del croissant, che letteralmente si traduce dal francese con crescente, deve la sua forma a mezzaluna alla bandiera turca. Nel 1683 i turchi cercarono d’invadere Vienna, ma il loro assedio fu sventato grazie ai fornai austriaci che, lavorando di notte, si accorsero della strategia dei nemici: scavare di notte gallerie sotterranee, per prendere di sorpresa la città. La sorpresa, invece, l’ebbero proprio i turchi, che vennero scoperti e scacciati. Per festeggiare il pericolo appena scampato, il re Giovanni III di Polonia, accorso in aiuto a Leopoldo I, imperatore del Sacro Romano Impero, chiese ai fornai di creare un dolce che potesse ricordare quella vittoria e fu così che il panettiere Vendler impastò burro e farina creando il kipferl, l’antenato della brioche.
Mezzo secolo dopo August de Zong, un ufficiale austriaco, portò in Francia il bagaglio culinario della pasticceria viennese, aprendo una boulangerie viennoise a Parigi. Qualche modifica agli ingredienti e un nuovo nome, che ben conosciamo: il croissant.
In Italia dal 1738, al bancone del bar si chiede un croissant, una brioche o un cornetto, a seconda delle regioni e delle abitudini personali. Io, per voi, ho scovato le brioche imperdibili di Bergamo. È un duro lavoro, lo so, ma qualcuno doveva pur farlo…

1. B come Bontà – di nome e di fatto
via XXIV Maggio

Da quando Greta Bonomi e Roberto Cattaneo hanno acceso il forno la prima volta, il 12 dicembre 2014, B come Bontà è salita sull’Olimpo dei golosi orobici. Il motivo? Provate i loro croissant e lo capirete da soli…

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2. Pasticceria Cavour – caffetteria dal sapore viennese
via Gombito 7

Dal 1880 punto di riferimento per artisti e pensatori. Perché, si sa, di fronte al saccottino alle mele dei maestri pasticceri di Da Vittorio, senza dubbio ci si concentra meglio.

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Pasticceria Cavour – Foto Credit: www.davittorio.com

3. Caffè del Tasso – 5 secoli di caffè
Piazza Vecchia 3

Inaugurato nel 1476 col nome “Locanda delle due spade”, nel 1681 venne ribattezzato Caffè del Tasso ed è attualmente uno dei locali più antichi d’Italia. Chissà se nel Rinascimento, la colazione era golosa e raffinata come la proposta pasticcera della famiglia Menalli (alla gestione dagli anni’80).

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Caffè del Tasso – Foto Credit: www.caffedeltasso.com

4. Sweet Irene – un concentrato di dolcezza bio e veg
via S.Orsola 22

Una bomboniera in centro città, che propone squisitezze fatte a mano solo con ingredienti bio. Da assaggiare: pan di cannella, vegan panbriosche pesche e crema, barbabrowies alla barbabietola, torta al cioccolato senza glutine, pancakes, giusto per fare qualche nome (e farvi venire l’aquolina in bocca).

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Sweet Irene – Foto Credit: www.sweetirene.it

5. Pasticcioni – ricette americane, inglesi e francesi
via San Lazzaro 6/A

Una bakery con cucina in vista, pochi coperti e tante squisitezze tra cui scegliere: muffin, cupcake, pie, donuts, cake pop, macaron… Non sapete cosa scegliere? Tranquilli, siete in ottima compagnia.

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Pasticcioni – Foto Credit: Sergio Agazzi

E adesso basta parole, passiamo ai fatti. Per me un cappuccino di soia e una brioche alle mele. Per voi?

 

L'autore: Marianna Peluso

Semiologa non praticante, giornalista equilibrista, copywriter. Si divide tra il Salento e il Veneto, ma vive a Bergamo per un indecifrabile quadro astrale. La si può leggere su quotidiani, riviste e magazine online, ma soprattutto si può incontrare al parco, mentre insegue i suoi due figli.

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