Io con la mia super band siamo stati invitati a partecipare al quarto ed ultimo giorno dell’Home festival di Treviso la domenica, una giornata molto italiana, con Caparezza e Lo Stato Sociale come maggiori alfieri. Si parte da Roma belli stanchi, come al solito poche ore di sonno e tante di viaggio, la sera prima è stata impegnativa e in auto per rilassarci ascoltiamo l’ultimo singolo di Riccardo Sinigallia, secondo me una perla rara.

Foto di Simone Piccinelli
Arrivati nel backstage carichi di tutti i nostri strumenti procediamo a piedi verso il palco, fa caldo e ci muoviamo a stento in mezzo alla folla e agli stand. Il nostro stage è compatto e rumoroso, molto ben organizzato tecnicamente, gestito da ragazzi belgi e svedesi e la cosa sorprendente è che nonostante i volumi di ogni palco siano importanti non c’è sovrapposizione acustica tra un palco e l’altro. Abbiamo pochissimo tempo per montare, fare un line check veloce e poi iniziare il live. In queste situazioni è bene non farsi prendere dall’ansia perché è un attimo riportarla nella tua performance. Per fortuna i ragazzi della band sono dei grandissimi cazzoni e ogni imprevisto diventa un piccolo teatrino ironico che stempera un po’ quella fretta che è facile far diventare stress.

Foto di Simone Piccinelli
Tempo previsto per l’esibizione quaranta minuti, non è molto ma neanche poco e se lo fai nella maniera giusta per la situazione riesci a condensare le cose più importanti e belle del repertorio.
Pubblico numerosissimo, attento e curioso. Optiamo per un set carico con brani ritmati per concentrare tutta l’energia sulla muscolarità del live. Suoniamo La notte è Giovane, Nonostante tutto, Jimbo e Chat ti amo dall’ultimo disco e poi gli evergreen come Cambiamento, Senza volersi bene, e Avere te. Si suda e ciò è bene, sentire la maglietta bagnata ti fa capire che ci stai dando dentro, che sei coinvolto, tanto poi c’è la birretta sull’amplificatore che ti aspetta tra un brano e l’altro per rinfrescarti.

Foto di Simone Piccinelli
Finito il live ci fiondiamo nel backstage per dei vestiti asciutti e dell’altra birra fresca. Li incontro i regaz dello stato sociale e con Lodo vado a vedermi il concerto della Michelin, poi a cena incontro Francesco Motta ed i ragazzi di Woodworm la mia etichetta, e poi altri amci e conoscenti. È caotico ma è bello incontrarsi e contemporaneamente perdersi in queste situazioni.

Foto di Simone Piccinelli
Il tutto è sembrato finire troppo in fretta, avrei voluto suonare ancora e infatti, tornati nel backstage, abbiamo sfoderato chitarra acustica e percussioni e improvvisato un mini live. Ora il tour è quasi finito, mancano una manciata di date tra settembre e novembre, ma non vedo l’ora di tornare in studio per registrare ciò che sto scrivendo in questo periodo movimentato.