Una sera d’estate fra terre rosse di uva, sullo sfondo un tramonto dello stesso colore. Qua e là, poche luci a illuminare una manciata di persone appoggiate ad alberi secolari o sedute su qualche sedia di legno. C’è chi fra le mani ha un bicchiere di vino biologico e che sta in piedi, e fra le mani ha un libro. Il titolo è “Strade bianche” (Marsilio) di Enrico Remmert, lo apre e legge un passaggio: All’improvviso, dopo tutti questi anni, ho capito. Non basta il dolore. Ci vuole entusiasmo per il proprio dolore. Questo è suonare. E allora, in quel magico vuoto acustico, io suono. Non sembra, ma siamo in una libreria.

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Davide Ruffiniengo, da sedici anni con Profumiperlamente è un libraio itinerante nella zona dell’Astigiano, e non solo. Si dice che i libri trasportino, lui fa il contrario, li trasporta fuori dagli scaffali della libreria. I lettori, così, diventano prima di tutto spettatori, ascoltatori.

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“Le prime uscite sono state nelle case dei lettori – spiega Davide – I clienti proponevano i propri salotti, io arrivavo con i libri che avevo selezionato e per un’oretta si chiacchierava di autori, di lettura. L’appuntamento l’avevo chiamato Il libraio suona sempre due volte. Ero un po’ come un illusionista, che allestisce la propria scena e porta le proprie magie: io sceglievo i titoli, le sezioni e le proposte, variando dal romanzo alla poesia, passando per i libri per bambini fino ad arrivare ai ricettari di cucina, e predisponevo la mia scenografia nella casa di chi mi ospitava”.

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Dalle case, questa libreria in movimento si è spostata in altri luoghi: in locali come FuoriLuogo o in chiese romaniche del Monferrato. Lo scorso Natale, nel castello di Monticello d’Alba i camini erano accesi e l’atmosfera era riscaldata anche dalle parole di Davide.

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“Un altro luogo a cui sono molto legato è il Tacabanda. Un posto speciale: tutti i camerieri hanno la sindrome di down e sono coinvolti nel progetto di Albergo Etico. Qui ho fatto tantissime presentazioni, porto con me sempre gli scrittori ed il rapporto è ormai familiare, sono di casa”.

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“Anche la piazza della Cattedrale, nei locali della Confartigianato, racchiude tanti ricordi – continua a raccontare Davide – Il rapporto tra uno scrittore e una piazza è sensazionale, specie quando cresce con la fama dell’autore. Ho portato ad Asti nomi da classifica come Marco Malvaldi, Antonio Manzini e Luca Bianchini quando erano ancora esordienti”.

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Il sogno di Davide, però, è lungi dall’essere concluso e mira, oggi, ad arrivare nel mondo del lavoro, che pare soffrire quasi d’una sorta di incomunicabilità con l’universo della lettura. “Sogno le fabbriche”, rivela. E intanto, va da dove si tagliano capelli. “Ad Alessandria sono spesso ospite di un salone di parrucchieri, Le Muse. Negli anni si è creato uno zoccolo duro di fedelissimi, cui si aggiungono persone nuove, e che da settembre coinvolgeremo in un progetto di incontri con gli autori.”

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Se gli si chiede il libro più venduto della sua libreria senza pareti, rimante in tema capelli: “Wendell Berry, autore molto amato negli Stati Uniti e poco noto in Italia. Il suo romanzo “Jayber Crow”, storia di un barbiere scritta da lui medesimo, lo reputo un piccolo miracolo editoriale: ho venduto il 15% della tiratura italiana”.

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Poi cita altri due titoli: “Piccola osteria senza parole” (Edizioni e/o) di Massimo Cuomo, “importante perché risponde alla domanda di spensieratezza, raccontando una bellissima storia che evoca l’importanza delle parole”, ed “Educazione Cinematografica”, (Tullio Pironti editore) di Domiziano Pontone. “Un libro a cui tengo molto perché è un po’ un parallelo di quel che faccio coi libri: spiegando l’importanza dell’educazione cinematografica”.

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Educazione sentimentale, letteraria, per l’infanzia, libri da scoprire con torce o da leggere da adulti ad occhi chiusi, ascoltando una voce che li racconta.