Entrando nella Stamperia d’Arte Albicocco tre sono le cose che ti colpiscono: il caos laborioso che vi regna, l’odore intenso dell’inchiostro e la pressa che troneggia centrale, vera regina di questa bottega.
Riuscire ad intervistare Corrado Albicocco non è semplice, non per la sua ritrosia o poca disponibilità, ma perché è sempre affaccendato in mille incombenze. Mentre si racconta ripone opere, accoglie visitatori e allievi, cerca pubblicazioni. Urbinate, ma trapiantato a Udine negli anni ’70, quando vi giunge per insegnare grafica pubblicitaria nell’Istituto d’Arte della città, decide nel ‘74 di aprire con un collega questa stamperia d’arte.
Un lavoro che nasce da una passione, quella per la pittura, coltivata sin da ragazzo, ma per cui non si sente particolarmente dotato e proprio per sopperire ai suoi limiti, decide di dedicarsi agli artisti e alla riproduzione delle loro opere, attraverso la tecnica pressoria.
Avere una stamperia è un po’ come avere una sartoria: le tirature delle opere sono come lavori sartoriali, che vanno “cuciti” sull’artista, modellati secondo le esigenze e le volontà di coloro che incidono la lastra di partenza.
Da qui nasce il rapporto particolare tra stampatore e pittore, fatto di pazienza ed estrema attenzione verso i Maestri di fama internazionale che alle sue mani si affidano; connubi, ma anche regole e rituali che nel caso di Albicocco sono durati decenni, come quello con Giuseppe Zigaina, Emilio Vedova o più recentemente con Safet Zec. Artisti dal carattere forte, persone particolarmente esigenti e puntigliose, difficili da accontentare, ma proprio per questo Corrado Albicocco è orgoglioso dei suoi rapporti speciali con questi pittori così importanti.
Una tecnica antica, la sua, ma sempre in evoluzione: non si smette mai di imparare, dice Corrado, e forte rimane il desiderio di migliorarsi e di assecondare le aspettative dei Maestri. Negli anni la Stamperia Albicocco è diventata un punto di riferimento in città (ma anche a livello nazionale e internazionale) per artisti, addetti ai lavori, appassionati d’arte o semplici curiosi: la sua porta è sempre aperta, le opere sono acquistabili in sede e le mostre che organizza sono sempre ad ingresso libero, come la mostra attuale dedicata a Jannis Kounellis.
Tutta la sua maestria di artigiano stampatore è ora anche nelle mani del figlio Gianluca, cresciuto in bottega e che da sempre ha respirato quel miscuglio magico fatto di triellina, inchiostro e passione. Un mestiere artigianale, fatto anche di materiali antichi, come la carta filigranata, di alta qualità realizzata a partire da pasta di lino,cotone o canapa, e le tarlatane, finissimi tessuti di garza di cotone, che servono a togliere gli eccessi di inchiostro dalle lastre.
Insomma un lavoro appassionante e misterioso, con un forte legame con l’arte, ma anche con il tessuto, e che troppo spesso viene dimenticato: infatti la figura dello stampatore raramente viene citata, ma è solo grazie alle sue abilità e ai suoi segreti, che può nascere una stampa d’arte.