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Storie dal Faro di Jesolo

Durante la navigazione in mare, l’identità di un faro è data dalle caratteristiche della sua luce: tipo di bagliore, colore, durata di lampi ed eclissi – cioè dei periodi di luce e di buio –  costituiscono le generalità che rendono possibile distinguere i fari tra loro e, così, la costa oltre il limite dell’orizzonte. Se dal Mare Adriatico un navigante puntasse verso la foce del Sile, ad annunciargli la direzione della darsena fra Cavallino Treporti e Jesolo sarebbero quattro lampi bianchi, periodo 24 secondi: il segnale del Faro di Piave Vecchia.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

Da 48 metri di altezza, oggi il faro – numero 4264 nell’elenco dei fari italiani – illumina le rotte delle imbarcazioni che rientrano dal mare al porto. E, con esse, le storie di chi dalla spiaggia guarda verso il mare: “Da piccolo, per me mare era sinonimo di faro, perché la spiaggia libera dove venivo con la mia famiglia era qui” racconta Renato, insegnante in un istituto alberghiero, “Immaginavo ci abitasse dentro un guardiano con la barba. Qualche anno dopo, uscì un disco di un artista di cui non si conosceva l’identità, che si faceva chiamare Il Guardiano del Faro. Immaginavo che all’interno della torre ci fosse lo studio dove componeva”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

Ad aver tracciato la storia del faro, oggi sede della Guardia Costiera, è soprattutto Furio Lazzarini, storico di Cavallino Treporti che lavora in ambito turistico: “Io sono appassionato di storia bellica dei due conflitti mondiali. Da ricercatore, ho frequentato decine di archivi, consultato migliaia di documenti. Tutti cartacei, niente digitale all’epoca. Del faro, scrissi anni fa: per recuperare il materiale iconografico, negli anni ’80 andai all’ufficio della Marina Militare Marifaro-Venezia, a San Pietro in Castello, credo su indicazione del guardiano del tempo. I faldoni di documenti furono un punto di partenza per ricostruirne la storia”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Quella del Faro di Piave Vecchia ha inizio nel 1846 per volontà dell’Imperial-Regio Governo Austriaco, che edifica una torre sul mare a scopo militare. Durante la Grande Guerra, il faro diventa quartier generale dei Motoscafo Anti Sommergibili e ospita la più importante colombaia della Terza Armata, i messaggi dal fronte di guerra a sorvolare il mare fino alla foce del fiume legati al corpo di decine di piccioni viaggiatori.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Nel 1936, quando il cielo sopra alla torre inizia a popolarsi di aeromobili, la costruzione è dipinta a fasce bianche e nere. Il 19 settembre 1944, viene fatta brillare dalla 632° Marine Artillerie Abteilung: chi avesse raggiunto il tratto di spiaggia all’estremità ovest del lido di Jesolo, nell’immediato dopoguerra, avrebbe trovato oltre il fiume solo il piccolo traliccio metallico eretto sulle sue rovine. Tra il 1948 e il 1950, si sarebbe potuto sedere a guardare i quaranta operai dell’Impresa Ravà di San Donà di Piave, impegnati nella ricostruzione voluta dal Genio Civile di Venezia.

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

Oggi, a sedere spesso in punta alla scogliera è Christian: “In inverno, ci vengo anche ogni giorno. Ho centinaia di foto del faro. Con la neve, la grandine, la nebbia, per me costituisce un riferimento”. Gestore del Chiosco Faro dall’estate del 1985, nel corso della stagione organizza da diversi anni anche una rassegna di concerti sulla spiaggia, con appuntamenti musicali tutti i fine settimana: “Io amo molto il jazz, ma qui diamo spazio anche a generi diversi. Reggae, bossa nova, soul. Se entrassi nel retro del chiosco, ci troveresti dentro un pianoforte. Anche se in realtà è solo l’involucro esterno, dentro ci abbiamo inserito una tastiera elettronica o in inverno non resisterebbe. Al di là dei motivi di spazio, mi piace tenerlo qui, perché la musica sia sempre dentro al chiosco”. 

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

Nel 2007, i segnali della torre luminosa lampeggiano indifferenti al ritmo delle luci del dj-set di Moby, che raduna migliaia di persone sulla spiaggia dal tramonto a notte fonda. Due anni dopo, nello stesso luogo il faro è l’unico a rimanere fermo durante il live dei Chemical Brothers, a seguire nel tempo le rappresentazioni del teatro in spiaggia all’alba senza applaudire, a continuare a puntare verso il mare durante il passaggio dei ciclisti della ciclo escursione Giro Laguna.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

Il 30 settembre 2011, un articolo in un giornale locale dà voce alle rivalità tra i comuni di Jesolo – che al faro ha titolato una piazzetta, una spiaggia e il nome del capolinea di una delle linee dell’autobus urbano – e di Cavallino Treporti, sede fisica della torre militare che ne rivendica “la proprietà non solo geografica”. A chiudere la questione è Walda Vianello, classe 1951: “Il faro è mio, perché il guardiano era mio nonno, Luigi. Originario di Pellestrina, si era trasferito a Cavallino dopo aver conosciuto mia nonna, arrivata qui dal Friuli per vendere pantofole. Accendeva il faro alla sera, tornava a casa molto presto al mattino, sempre in bicicletta. Degli interni, ricordo solo la scala a chiocciola che saliva, il nonno che mi teneva in braccio. E che, intorno, si vedeva l’infinito”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Chi invece non vede questo tratto di mare da molto tempo è Paola, albergatrice ultraottantenne: “Ho una foto di me al faro da giovane, negli anni ‘50. Ci siamo io, il mio fidanzato del tempo, il faro. Dopo che la storia finì, non ci tornai mai più”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Fra le poche attività che circondano la torre luminosa, il TerrazzaMare Marcandole, lounge bar e ristorante di pesce sul mare costruito sopra ad una palafitta: “Per noi jesolani, il faro è sempre stato un simbolo” racconta Roberto, gestore dell’attività da quattro anni “Per me è anche un testimone: l’anno scorso ha assistito al mio matrimonio, celebrato nel giardino esterno”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Ogni domenica, gli esterni del locale vengono preparati per aperitivi con dj: “Eventi di livello, che richiamano centinaia di persone. Ma a me piace molto anche quando piove, quando soffia la Bora. È come stare dentro ad una nave, ma potendo vedere le onde che si infrangono contro i vetri”. 

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino

Donatello è invece istruttore di scuola guida e manutentore part-time in un campeggio affacciato sulla spiaggia del faro: “Lavoro qui da ventisette anni. Per me il faro è un amico, una presenza fondamentale. Un luogo a cui rivolgere un pensiero, come un totem per gli indiani”.

Il Faro di Piave Vecchia è il guardiano del mare fra Jesolo e Cavallino Treporti. Abbiamo raccolto i racconti di chi da sempre lo vede come un orizzonte

Foto di Giulia Callino, modella Sara Follador

A riconoscerne il ruolo è anche Alessandro, studente jesolano di architettura a Padova, appassionato di fotografia e surf:“Da bambino, il faro per me era il limite del mondo conosciuto. Oggi, mi rendo conto che è la sua presenza silenziosa ad essersi radicata nel profondo, come un punto fermo, una guida. Mi ricorda che, quando torno a Jesolo, in qualsiasi stagione devo andare al mare per sentirmi a casa. Insieme al profumo dell’acqua e al contatto con la sabbia, nella mia idea di mare c’è sempre anche la sua sagoma lontana”.

 

L'autore: Giulia Callino

Scrive di musica per Rockit.it e realizza reportage narrativi per CTRL Magazine. Ama la fotografia e si occupa di live photography. Le interessa indagare le storie degli altri, perché nel raccontarle scopre anche la sua.

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