Nel 1956 il calciatore sulla copertina dell’Almanacco Illustrato del Calcio Rizzoli è colto nel momento del colpo, il pallone sparato in alto inseguito da una pennellata di bianco. Nel 1957, il giocatore sta correndo sopra ad una distesa di pagine di giornale, se la sua pallonata finisse fuori campo colpirebbe il primo numero del Quotidiano Bolognese – Raccolta di notizie segrete del 1797 o una targa smaltata dell’omino Michelin. Siamo a Trieste da Zuckerman, libreria antiquaria e di collezionismo che la trentenne Martina Trevisan, classe 1987, ha aperto da alcuni mesi a pochi passi da Viale XX Settembre, al numero 1 di Via Rismondo.
“Fino a dieci anni fa questa era una sede di Bizjak, un’autoscuola molto famosa a Trieste, poi venne chiusa. È un quartiere tranquillo, frequentato prevalentemente di giorno, vicino al Tribunale e a un parco pubblico. Ho trovato l’annuncio in Internet, ero alla ricerca di un posto grande e con soffitti molto alti. Se decidi di vendere libri, devi pensare a grandi sezioni dove sia possibile perdersi”.
Dopo una laurea in Beni Culturali con una tesi sul libro d’arte negli anni Sessanta, Martina svolge un anno di servizio civile alla biblioteca dell’Università di Trieste: “In quell’occasione iniziai a riflettere sul valore economico dei libri, sul perché uno avesse un dato prezzo e un altro no. Aprii un blog sul collezionismo librario, Art & Bibliophilia, attraverso il quale cominciai a scambiare opinioni con altri collezionisti. Poi mi trasferii a Roma e per un paio d’anni lavorai in una libreria antiquaria”.
È Martina a spingere il titolare all’apertura di un e-commerce del negozio: “L’idea fu quella di creare un catalogo, una finestra sul mondo per collezionisti che cercavano articoli anche molto rari in tempi abbastanza brevi. Tornata a Trieste, ho voluto mettere questa esperienza in qualcosa di mio. Il nome si riferisce all’alter ego creato da Philip Roth, mi piaceva per il richiamo al passato austriaco di Trieste, ma soprattutto per il mood che evocava: ironico, problematico e intelligente”.
Oggi, insieme a fotografie d’epoca, pubblicità e cartoline, la libreria di Martina propone una collezione di circa quarantamila volumi, acquistati in prevalenza da privati e che, insieme al racconto di Trieste e del mare, coprono letteratura straniera, arte, archeologia, scienza e occulto a partire dal 1700.
“A parte qualche giovane che cerca libri per la scuola a un prezzo più conveniente, i clienti sono principalmente anziani dai sessantacinque ai novanta, appassionati che vengono anche ogni giorno per scoprire le novità. I collezionisti sono abbastanza feroci, si conoscono tra loro. Se qualcuno li precede, si lamentano in maniera piuttosto teatrale: Non troverò più niente, ha sicuramente ripulito la piazza. Il mio compito è anche quello di essere imparziale, riservando a ognuno lo stesso trattamento”.
La Raccolta de’ viaggi più interessanti eseguiti nelle varie parti del mondo tanto per terra quanto per mare dopo quelli del celebre Cook convive con studi di psicologia criminale del primo Novecento, un volumetto di incisioni di caverne del 1869, Librini del Cuccù e poster della China Martini.
“Per dirti un articolo a cui sia particolarmente legata dovrei pensarci bene, anche perché le cose belle vanno via molto velocemente. Fra le scoperte recenti, sicuramente un Topolino pop-up cartaceo degli anni ’30: un’edizione originale americana, difficilissima da trovare intatta, perché spesso i bambini li distruggevano o macchiavano. L’ho trovato a Roma, fu una trattativa estenuante. Poi sono entusiasta delle fotografie trovate nelle case e di una bella edizione piuttosto rara degli Ammonimenti di Saba”.
Fra le ultime acquisizioni, Martina menziona anche alcuni carteggi: “Principalmente fatture e ricevute, alcune del Settecento, altre del primo Novecento, con le illustrazioni del negozio. Mi piacciono soprattutto quelle delle ditte che non ci sono più. A volte capita che a cercare questi materiali siano aziende storiche per i propri archivi o musei. Sono oggetti che ti restituiscono l’emozione di guardare tra le cose degli altri”.
Martina racconta che il centro della vita notturna triestina si è ormai da tempo spostato verso Città Vecchia – il centro storico della città – e in particolare il quartiere Cavana, ma condivide anche alcuni suoi riferimenti non distanti dalla libreria: “Sicuramente il Caffè San Marco, uno stupendo caffè tra i più storici e importanti. In passato era sede di ritrovo per scrittori e intellettuali, oggi conserva ancora gli arredi storici e al suo interno ha anche una libreria. Per il pranzo Chips Avenue, un chioschetto con tavolini esterni di recente apertura che propone solo panini, ma di qualità e con anche scelte vegetariane. Per un aperitivo in Canava dire l’Old London Pub: un locale che serve alcolici buonissimi, in stile londinese”.
Le chiedo di suggerirmi dei percorsi letterari per scoprire Trieste: “Come libro Trieste o del nessun luogo di Jan Morris. Un libro molto bello, il racconto della Trieste malinconica e intensa di chi non riesce a trovare una propria dimensione. E poi gli autori del primo Novecento, dagli anni Dieci ai Quaranta: Svevo, Saba, Strehler, Magris, Stuparich, Slataper. Non distante da qui c’è la Libreria Antiquaria Saba, gestita ancora dal figlio del dipendente di Saba, che a ottant’anni continua a fare questo lavoro. Vengono da ovunque per visitarla, è il simbolo di un’epoca”.
Martina si interrompe: “E poi non dimentichiamo che qui c’era anche Joyce. Spero sempre che troverò qualche edizione dell’Ulisse in una cantina triestina”.
Chiedo a Martina perché una giovane decida di investire nel passato: “Spesso mi dicono che entrando ci si aspetterebbe un anziano con il maglione infeltrito, un topo di biblioteca anche un po’ antipatico. Internet ha rivoluzionato questo mestiere, c’è un suo lato moderno che io penso verrà sviluppato da altri in futuro. Spero esisteranno ragazzi giovani che recuperano il passato e lo valorizzano. Perché, altrimenti, molti non vedranno mai queste cose. In questi luoghi, e dentro questi libri, vivono storie che non si trovano da nessun’altra parte”.