Quando sono arrivata a Trieste, quattro anni fa, mi ero trovata una casa al volo, molto carina ma senza wi-fi. Non conoscevo nessuno e tutto era possibile. Vita nuova. Si riparte. Dopo un paio di viaggi a caccia di un posto dove ricominciare, l’incontro con Trieste era stato un colpo di fulmine. Ma per quanto il suo essere fuori dal mondo fosse esattamente quello che cercassi, essere senza internet si era rivelato ben presto un tantino eccessivo. Per lavoro e per non perdere completamente il contatto con il resto del mondo, era evidente che dovevo trovare una soluzione.
Durante il primo soggiorno di perlustrazione che fu galeotto, avevo intravisto un posto che mi aveva colpito. Una piccola lanterna accesa sulla porta e, sbirciando dentro, una libreria caffè dalla bellissima atmosfera. Calda, rilassata, accogliente e particolare. Mi ero segnata il nome: Knulp. Così, cercando di ripercorrere i giri fatti in quei giorni di caccia, alla fine l’avevo ritrovata.
Ed eccomi dentro. Alle pareti l’esposizione di un’illustratrice niente male. Legno, prodotti equo e solidali, torte e stuzzichini fatti in casa, una miriade di tè e infusi. Qualche studente, coppie di amiche, un ragazzo che legge, qualcuno che al bancone beve uno spritz e fa due chiacchiere. Tutte le età. E, soprattutto, musica bassa e di ottimo gusto. Almeno di mio gusto, cosa non facile. Tutti a proprio agio, calmi, senza tirarsi pose, ma in un contesto non affatto banale. Che bellezza.
Per due mesi quasi tutti i pomeriggi sono stata lì. Cercavo lavoro su internet, studiavo le possibilità che quella città avrebbe potuto darmi e meditavo se rimanere. Ma non solo. Perchè nel frattempo mi bevevo anche un orzo preparato e servito con grande gentilezza da Fausto, mi sgranocchiavo la meravigliosa sbrisolona sfornata da Franca (attenzione crea dipendenza) e mi gustavo l’ottima selezione musicale fatta da Max. Cat Power, The National, Beirut, senza dimenticare Bowie, Dylan, Rolling Stones etc.
Quel posto mi faceva sentire accolta e al sicuro. In quella città non conoscevo ancora nessuno, ma al Knulp mi sentivo a casa. Leggevo, osservavo e scrivevo. La sera letture e presentazione di libri, concerti, inaugurazione di piccole mostre, jam session di musica jazz, film d’essai, incontri e iniziative culturali.
Alla fine ho trovato il mio posto e sono rimasta in questa città che incanta e vive di un’energia tutta sua. Trieste nel giro di pochi anni si è animata di turismo e nuovi locali che spesso sono durati una stagione, ma il Knulp è rimasto un punto di riferimento che non ha mai perso la capacità di farmi sentire parte di qualcosa che ti accoglie e che si muove in continuazione.
Un luogo di incontro dove è possibile anche proporre le proprie idee. In una serata di lettura, ho potuto ascoltare brani tratti dal romanzo di un mio amico di Firenze e, addirittura, organizzare io stessa un corso di documentari.
“Knulp vuole essere un posto attraversato dalla storia, dai volti di coloro che lo rendono solido con assaggi di teatro, concerti dal vivo, esposizioni, presentazioni di libri, cinema. Entra e cogli la sospensione del movimento. Indugia nella sorniona resistenza alla non cultura del mordi e fuggi. Inserisciti e accomodati. Sei il benvenuto”. Così recita la presentazione del Knulp. E così è.