Ci sono giorni in cui sei turista nella tua città. Così, passeggiando per via Cavallotti e via Moretto, sento un profumo irresistibile arrivare dagli spazi della Crociera San Luca: uno spazio riaperto dopo vent’anni che, con l’obiettivo di riscoprire aree urbane dismesse, ospita abitualmente mostre ed eventi di spessore. Quasi a seguire un immaginario liutaio magico ci entro e scopro la meraviglia che custodisce.
Mi ritrovo davanti un gigante di sedici metri sdraiato a mò di fachiro su ben cinquantasettemila coni gelato, veri, profumati, sono loro ad avermi portata qui. Scopro che è un’opera realizzata da Gabriele Pico, bresciano doc classe ’72. La scultura s’intitola “Dovrei smetterla di origliare alle falene” e subito il fanciullino che è in me esulta.
Si perché è a quelle atmosfere che ti riporta il gigante buono del Pico, gioca con la nostalgia e col surrealismo che libero da pensieri razionali sembra quasi voler parlare all’inconscio. Opera suggestiva e Jodorowskyana, direi.
Intanto si è fatta ora di pranzo e mi dirigo a passo svelto verso CASA NANI, ristorante storico situato in via Antiche Mura dove so di poter scegliere tra primi e secondi sfiziosi, ma soprattutto una sfilza di finger food e buon vino.
Rustico e verace, raccoglie commensali di tutte le età e si respira aria di casa. Dopo aver ordinato 3/4 del menù, di cui consiglio vivamente lo gnocco fritto e gli spiedini di filetto, un’altra cosa mi salta all’occhio, ed è la premura dello staff che competente e caloroso mi ricorda i colori di questa città così ricca e interculturale.
Successivamente mi dirigo verso via Fratelli Porcellaga per raccontarvi una storia romantica. Negli anni ’20 un ragazzetto di nome Alfredo Tarantola vende libri su una bancarella; dorme sotto il cassone per non farsi derubare: è tutto quello che ha. Ma quella bancarella non era destinata a rimanere tale e così di lì a breve diventa una bottega. Alfredo però pur conoscendo il contenuto di ogni libro che vende è analfabeta, ma grazie al senatore Ugo da Como viene istruito tanto da sviluppare una vera e propria passione per il latino. Così, nel suo negozio inizialmente situato in corso Palestro, crea insieme alla moglie Luigia un impero fatto di cultura e bellezza. Ad oggi quest’esplosione d’amore è stata tramandata e approfondita nelle generazioni a seguire, tanto che chiamarla libreria risulta alquanto riduttivo.
Il suo nome è Libreria Tarantola, aperta dal 1899. Uno spazio culturale di scambio che propone corsi di pittura, proiezioni, aperitivi (Sì. C’è è anche il servizio caffetteria interna!), vernissage, spazi di scrittura creativa e musica. Che non si dica che in questa città non c’è nulla da fare.
Tornando verso casa incontro Laura Giglio, creatrice del “Grinfol”, personaggio dalle linee semplici e stilizzate che può essere chiunque tu voglia. Il Grinfol trasmette volutamente sempre e solo messaggi positivi, impersonificando tutte le cose belle ma soprattutto l’amore, che sia per la vita, per un ideale o per una persona.
Scopro che è diventato anche personaggio principe di un libro che si chiama “Oltre” che esplora i temi della diversità e dell’integrazione. Laura lavora spesso en plein air e ama farlo nel posto di questa città alla quale è più legata: il Carmine. Ex quartiere degradato che per anni è stato una spina nel fianco della Brescia bene e ad oggi meravigliosa isola multietnica, dove Laura trova ispirazione tra i muri screpolati, i murales, i concerti e gli innumerevoli personaggi che lo abitano. Il libro me lo regala. E così, circondata da bellezza e con i miei libri sottobraccio, me ne torno verso casa con la convinzione di vivere già nel mio piccolo paradiso.