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Caffè d’artista con regista: il fascino d’altri tempi dell’Hotel Stadt

Sedersi in piazza Walther a bere un caffè e a leggere il giornale la domenica mattina è un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. E non solo gli appassionati, dipendenti come me da caffè e bar, quelli che nel bar ci fanno casa e ufficio, ma perché un caffè o un aperitivo all’Hotel Stadt di piazza Walther ti riporta in un attimo alle atmosfere, profumi e sapori della Mitteleuropa dei primi del ‘900. Sfogliare uno o più dei suoi 70 quotidiani, disposti come una volta in bell’ordine sulle aste di legno, bere il caffè in tazzine di porcellana servite su un vassoietto d’argento e sprofondare nella morbidezza di una Sacher originale, ti trasporta in un’altra dimensione spazio-temporale: in un secondo stai ballando il walzer al gran ballo di Vienna. Anzi, a dire il vero il walzer lo hanno ballato in molti fortunati passanti, durante i festeggiamenti per i cento anni del Caffè, sotto la guida della famosa ballerina Alessandra Pasquali. D’altra parte, tra i clienti illustri figurano grandi maestri, direttori d’orchestra e cantanti lirici come Nicola Ulivieri e Saimir Pirgu.

Foto via Piazza Walzer

L’Hotel Stadt si affaccia, in perfetta posizione d’angolo, sul totale della piazza che alterna, nel corso delle stagioni, variopinti mercati. Proprio per questa ragione, alcuni anni fa, decisi di ambientarci la sessione di casting per un programma televisivo dedicato all’arte contemporanea, che stavo realizzando per le istituzioni locali. Era un format intitolato Storie dell’Arte 3 e cercavamo persone del posto. Piazza Walther era il crocevia ideale di passaggio per l’intera città. Eravamo a caccia di professionisti da abbinare ad altrettanti grandi pittori contemporanei.

Foto via Piazza Walzer

Durante il programma un giovane critico avrebbe poi incontrato il professionista di turno, accompagnandolo a scoprire la storia del pittore al quale era associato. Tra i numerosi provinati che si presentarono all’esterno dell’Hotel Stadt furono selezionati: la barista Verena Trenner, abbinata al famoso quadro di Edouard Manet, “Il bar delle Folies-Bergère”, che allora lavorava al Nadamas in Piazza delle Erbe, uno dei locali più cool di Bolzano, con un bancone praticamente identico a quello del quadro. Durante le riprese Verena, come la cameriera nel dipinto di Manet, guardava la camera in attesa un po’ scocciata dell’ordine del cliente. “Strappare alla vita moderna il suo lato epico” aveva detto Manet a proposito della posa della cameriera nel suo quadro. Nonostante siano passati più di 120 anni le cose non sono cambiate nei locali e Verena non faticò a mettersi in “posa d’attesa…”, tra un ciak, un caffè e una risata.

Foto via Piazza Walzer

Thomas Schrott, eccellente macellaio di Via Goethe (o Goethe-Strasse, se preferite), con la dote di tagliare in perfetti cubetti la carne, abbinato a Pablo Picasso di cui condivideva la stessa visione del mondo cubista. Giuseppe Zanovello, uno dei più originali imbianchini e decoratori della città, dalla battuta e baffo brillante, messo alla prova con il suo pennello a riprodurre la tecnica dell’Action Painting di Jackson Pollock. Risultato? Il “suo” Pollock è ancora appeso a casa mia. Con il pennello in mano e la libertà di fare quello che voleva sulla tela, finalmente Giuseppe diede sfogo a tutta la sua libera creatività sgocciolando e lanciando colori sulla tela, con un improvvisato balletto tutto suo. Da quel giorno propose a varie persone di dipingere le pareti di casa con la stessa tecnica, ma l’idea non ebbe buoni riscontri, forse è ancora troppo all’avanguardia.

Foto via Piazza Walzer

Lo sguardo un po’ severo e protettivo del Duomo gotico che si affaccia sulla piazza ci aveva fissato per tutta la durata dei casting, insieme alla statua che domina la piazza, dedicata al cantore d’amore Walther von der Vogelweide. Fu un viaggio straordinario quel giorno in piazza Walther. Finimmo con il tipico aperitivo bolzanino, battezzato “Hugo” dal suo creatore, Roland Gruber. Si prepara con prosecco, sciroppo di fiori di sambuco, acqua minerale e foglie di menta. Ideale per contemplare opere d’arte, ma non solo.

L'autore: Katia Bernardi

Katia Bernardi, regista e scrittrice, abita tra Trento e Torino e viaggia sempre in compagnia di un bambina dai riccioli d’oro, un cane bianco quasi volante e un fidanzato che ricorda Sandokan. Laureata al Dams di Bologna tanti anni fa ha sempre amato collezionare e raccontare storie. Dopo vari documentari storico sociali nel suo ultimo film e primo libro, “Funne, le ragazze che sognavano il mare” ha scoperto la commedia e la favola.

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