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Dall’osmica a Barcola, cosa fare a Trieste nel tempo libero

Trieste sembra una città progettata apposta per bighellonare, ci sono un sacco di luoghi dove il logorio della vita moderna è solo un brusio in lontananza e ci si può rifugiare per tirare il fiato, per nascondersi un po’.

Breve guida locale per scoprire cosa fare a Trieste in un giorno libero

Foto di Roberto Lisjak

Ma cosa fare a Trieste nel tempo libero? Uno dei miei rituali preferiti per “staccare” completamente è frugare fra gli scaffali dei rigattieri in cerca di qualche cimelio; libri strampalati, vecchie carte geografiche, ma soprattutto vecchi dischi sono le mie prede preferite. La zona dell’ex ghetto, un quadrilatero compreso fra piazza della Borsa, via Malcanton, via dei Rettori e via del Ponte, è dove si concentrano la gran parte dei rigattieri della città, da quelli più posh con il mobilio lucidato a gommalacca da casa dallo zio ricco a quelli più rilassati dove puoi perderti per ore, rovistando fra scaffali ed espositori che sembrano infiniti.

Il mio preferito è la Rigatteria Di Pinto, un antro stracolmo di robe, mobilio sul retro, libri sul davanti, con una piccola sezione riservata ai dischi usati nella quale più di una volta ho scovato qualche perla (fra cui uno straordinario 12” di “Welcome” di Gino Latino)

Breve guida locale per scoprire cosa fare a Trieste in un giorno libero

Foto di Roberto Lisjak

Un’altra cattedrale del tempo libero è il Carso, un altipiano che cinge in un abbraccio la città e che per noi triestini è, fin da ragazzi, una sorta di luna park gratuito. Tutto l’altipiano è solcato da una fitta rete di sentieri, piccoli rilievi, punti panoramici e vedette, un mondo da esplorare come un livello di un videogame con la differenza che qui prima di finire lo schema ci puoi mettere degli anni.

Breve guida locale per scoprire cosa fare a Trieste in un giorno libero

Foto di Roberto Lisjak

Come in ogni videogame lo schema ha il suo mostro finale che in questo caso si chiama osmica, una tradizione locale per cui i contadini possono trasformare la propria casa in una rivendita temporanea dei propri prodotti, in primis il vino ma anche uova, salumi e formaggi, l’ideale ricompensa dopo una lunga passeggiata.

Breve guida locale per scoprire cosa fare a Trieste in un giorno libero

Foto di Roberto Lisjak

Ma c’è un luogo che per me, e per ogni triestino che si rispetti, riassume in sè tutta la triestinità, tutta quell’autocompiaciuta indolenza che è forse il tratto più distintivo della città. “Nella vita tuto quel che voio xe star a barcola su un scoio”, “nella vita tutto ciò che voglio è stare a Barcola su uno scoglio”, recita un popolare adagio triestino. Barcola e il suo lungomare sono la propaggine più occidentale della città e rappresentano un rifugio estivo (ma non solo) per ogni triestino in cerca di tintarella e relax.

Breve guida locale per scoprire cosa fare a Trieste in un giorno libero

Foto di Roberto Lisjak

A Trieste possono tagliare le pensioni che il triestino fa spallucce ma se c’è una cosa su cui i triestini sarebbero pronti a fare la rivoluzione quella è di certo Barcola. Stringi stringi Barcola è un ex borgo di pescatori sul cui lungomare si svolge tutta o quasi l’attività balneare dei triestini: non è una vera spiaggia, non c’è la sabbia, c’è un lungo marciapiedi collegato al mare da scalette, scogliere frangiflutti e piattaforme in cemento.

In estate i 3 km di lungomare sono letteralmente tappezzati di un miscuglio indefinito di teli mare, corpi ustionati e creme solari ma se d’estate è un gioco da ragazzi stendersi al sole, il barcolano PRO frequenta la zona anche in inverno. Trovare un angolino riparato dal vento, il sole che scotta le guance, un buon libro da leggere e un panino al prosciutto sono quanto di meglio un triestino possa chiedere dalla vita, giusto un gradino sopra alla pace nel mondo.

L'autore: Roberto Lisjak

Roberto “Wandervogel” Lisjak, sulla carta d’identità, alla voce “professione”, ha scritto giornalista ma è un mestiere che esercita con una certa parsimonia. La sua vera occupazione è fare il DJ e collezionare vinili. Appassionatissimo di moda, ha una collezione di scarpe che Imelda Marcos al confronto è una francescana. Wandervogel significa “uccello migratore” quindi difficilmente lo troverete due settimane di fila nella stessa parte di mondo.

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