Antonio Dalle Nogare aveva un sogno: diventare un campione di tennis e c’era quasi riuscito, ma poi la vita ha disegni e strade diverse da quelle che pensiamo e ci porta in direzioni inaspettate. Così è successo ad Antonio che ad un certo punto ha abbandonato la racchetta da tennis e la sua grande passione per lo sport, sedotto da un nuovo amore e da una nuova passione, quello per l’arte, e nello specifico per l’arte concettuale. Nasce così, nel 2018 la Fondazione Dalle Nogare, per promuovere l’arte contemporanea e creare un ponte tra artisti, curatori e appassionati.

Foto di Davide Valentini
“Ci sono voluti tre anni”, racconta Antonio, “per realizzare quello che amo definire un vascello nel ventre della montagna. Ho sempre sognato di costruire una casa d’arte, anche mio padre e mio fratello sono dei collezionisti ed è stato naturale per me avvicinarmi a questo mondo. E così sono riuscito a costruire un luogo di dialogo tra arte e architettura, innovazione e ricerca scientifica”.

Foto di Davide Valentini
In un posto, aggiungiamo, sospeso nello spazio e nel tempo, situato nella prima periferia dal centro di Bolzano, immerso nei vigneti e protetto dalle montagne. “Per costruire l’edificio ho voluto usare la roccia di porfido che abbiamo scavato dalla montagna, per restituirle quello che le avevamo tolto” racconta Antonio. Una struttura di 1200 mq., con quattro sale in Via Rafenstein, nei dintorni dell’omonimo castello medioevale, appena oltre il fiume Talvera. L’area prende il nome dal castello, che nel dodicesimo secolo dominava l’accesso settentrionale alla città, un punto strategico dal quale oggi si ha una vista strepitosa su Bolzano.

Foto di Davide Valentini
Una location suggestiva e misteriosa, una casa che sembra essa stessa un’opera d’arte, in una fusione unica di arte e architettura, progettata dall’architetto Walter Angonese affiancato da Andrea Marastoni e costruita sulle indicazioni dello stesso Antonio. “Nemmeno i miei architetti pensavano che ce l’avremmo fatta a costruire un edificio così ambizioso, ma davvero siamo riusciti a realizzare un grande sogno, uno scrigno abbracciato dalla natura”

Foto di Davide Valentini
Un edificio diviso a metà, che da un lato ospita la casa privata di Anotnio e dall’altro lo spazio dedicato ad artisti, visitatori, scolaresche.

Foto di Davide Valentini
“Prima di realizzare il progetto dell’edificio ho viaggiato tanto, in diversi musei in tutto il mondo per capire come concepire lo spazio, dalla Tate Modern alle Kunsthaus in Svizzera e Austria, fino al Boros Bunker di Berlino”.

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Nella nostra visita alla Fondazione ci accompagna Giulia, giovanissima dipendente super appassionata d’arte contemporanea, che ogni weekend accoglie un pubblico molto diverso, di esperti e curiosi. Tra gli obiettivi della Fondazione c’è infatti proprio quello di diffondere la conoscenza dell’arte contemporanea, con iniziative ed incontri aperti al pubblico, anche attraverso pubblicazioni e con una ricerca di progetti espositivi innovativi site-specific. Gli artisti infatti, ci spiega Giulia, vengono chiamati direttamente da Antonio a soggiornare nella casa d’arte, per creare la propria opera ispirandosi al territorio, l’Alto Adige.

Foto di Davide Valentini
Due installazioni l’anno, l’ultima delle quali realizzata dall’artista libanese Rayyane Tabet, dal titolo Fault Line, un’opera che è quasi un racconto, composto da tre elementi alla base dei quali ci sono 120 tonnellate di polvere di marmo. Un’installazione, frutto di uno straordinario lavoro di ricerca dell’artista sul territorio, nell’Archivio storico della città e l’ufficio Geologia di Bolzano.

Foto di Davide Valentini
Giulia ci conduce nella visita di questo sbalorditivo edificio portandoci al piano superiore destinato alla collezione permanente del fondatore, con le opere d’arte concettuale raccolte nel corso degli anni nei diversi mercati del mondo. “Nonostante il mio lavoro da imprenditore, la passione per l’arte mi spinge continuamente in viaggi alla scoperta di artisti emergenti come Peter Wächtler, del quale inaugureremo la mostra nel prossimo autunno. Lo abbiamo invitato a pensare ad un progetto site-specific per gli spazi e per il contesto sia della città sia della regione”.

Foto di Davide Valentini
Nella Fondazione si respira un’atmosfera internazionale, camminando nelle enormi sale della Fondazione, fino all’ultima, usata per i momenti conviviali dove al centro Antonio ha voluto posizionare un enorme tavolo di legno, luogo di incontro tra artisti e spettatori che si affaccia con una grande vetrata sul verde delle vigne circostanti.

Foto di Davide Valentini
Finiamo la nostra visita con Giulia che ci invita per un caffè in terrazza per ammirare il paesaggio in una visione armonica tra arte, natura ed architettura. Luogo di sospensione unico nel suo genere, la Fondazione Dalle Nogare sta crescendo e incuriosendo sempre un maggior numero di visitatori, non solo artisti, curatori o appassionati d’arte ma anche molti studenti ed insegnati che possono trovare in questo luogo anche una meravigliosa biblioteca tematica con libri d’arte consultabili, immersi in un luogo che profuma di bellezza.