Per essere sicuri di non sbagliare, lo dicono in italiano e in inglese: Fuorimano – OTBP, dove la sigla sta per Off The Beaten Road, ovvero lontano dalla strada maestra. Più chiaro di così non si potrebbe e del resto la definizione è perfetta per questo locale che si trova in una terra di mezzo a Milano Nord.
A poche centinaia di metri dalle aule universitarie della Bicocca, altrettanto vicino a Greco, eppure fuori dai percorsi battuti, Fuorimano si trova in una zona di case basse e residenziali e spesso dai tavoli all’aperto si sente il vociare dei tifosi di una storica squadra di calcio che si allena nella via parallela.
Entrando nel cortile di Fuorimano, si ha l’impressione di allontanarsi ancora di più dall’idea di Milano che ognuno ha in testa: uno spazio enorme coperto, uno altrettanto grande scoperto. Fuorimano nasce dal riutilizzo di un capannone industriale, in un quartiere che non ha il fascino romantico dei Navigli o di Brera, né l’allure contemporanea di Isola. Eppure riesce a colpire proprio per il suo essere un locale con tante anime in una zona lontana dal centro.
“L’idea è nata nel 2014” spiega Mattia, uno dei soci fondatori “e dopo 10 mesi di lavori di recupero del capannone, originariamente deposito di macchinari, ma poi anche raviolificio e per un periodo set di film hard, abbiamo aperto i battenti”. Così da marzo 2015 è nato Fuorimano.
Durante la settimana, Fuorimano ha un menu diviso a metà tra hamburger e pizze. I primi sono componibili da zero, scegliendo da sé tutti i possibili ingredienti, mentre le pizze fanno anche da perfetto accompagnamento per l’aperitivo. Le birre non sono mai banali e l’effetto scenografico del bancone del bar garantisce ampia scelta di prodotti di qualità per i cocktail. Nel weekend si possono provare tre diverse tipologie di brunch, con anche la possibilità di un menù baby.
Negli spazi interni, la provenienza industriale è chiara: l’impatto degli alti soffitti e delle finestre da capannone è però mitigato da una serie di arredi colorati, dai vecchi arcade a piante ornamentali che trovano posto in cassette appese ai muri.
Con l’arrivo della bella stagione, però, il posto speciale di Fuorimano è quello all’aperto: in un primo cortile sedute e tavoli con ombrelloni sono già una rarità per Milano, ma è il secondo cortile a essere una vera sorpresa. Se non avete la vena dell’esploratore di luoghi, potreste anche perdervelo, perché è nascosto alla fine di uno stretto corridoio, ma quando ci arrivate, non vorrete più andarvene.
Le pareti sono di un azzurro-blu intenso e fanno da contrasto con i toni pastello delle sedute anni ‘70. Un’amaca completa il quadro di relax. Nato da un’idea della designer Alice Frana, il giardino vuole provare a portare a Milano un angolo di mare, di Marocco e anche un po’ di Grecia. E sembra di trovarsi catapultati nell’universo magico di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, con Gene Wilder che canta “come with me and you’ll be in a world of pure imagination”. Ecco, da Fuorimano può capitare di sentirsi così.