Visitare la propria città seguendo una guida turistica professionista può sembrare strano, ma è esattamente quello che mi è capitato di fare. Fonte di innumerevoli scoperte sui segreti di Cuneo, ciò che più mi ha affascinato del tour è stato riscoprire le insegne storiche dei negozi del centro.
Seguitemi in questo piacevole itinerario: bastano pochi passi lungo l’asse centrale di via Roma per ripercorrere un tratto di storia locale.
Sotto ai portici del municipio, il caffè Bruno è uno dei due cuneesi iscritti all’Associazione dei Locali storici d’Italia: aperto dal 1864, tre anni dopo l’Unità d’Italia, ha ancora l’insegna del tempo che recita “Pietro Bruno Confettiere Liquorista”: frequentato dall’intelligenza culturale, politica e sociale della città, era uno dei pochi locali che non disdegnasse di servire anche i meno abbienti.
A lato del palazzo comunale un’altra sorpresa: c’è la più antica panetteria di Cuneo, ancora oggi con forno a legna e unica, si dice, ad aver superato indenne tutti i sette assedi di Cuneo. Significa che era già qui nel 1348, all’epoca del primo! Entrateci e scoprirete che oggi è gestita da un bravissimo panettiere originario dello Sri Lanka.
Spostandoci dall’altro lato della strada, si nota una vetrina in legno che colpisce per le sinuose linee liberty: è l’ingresso della Torre Civica di Cuneo, così decorato a inizio Novecento. Alzate lo sguardo sopra alla porta e vedrete lo stemma della città, finemente lavorato.
Pochi metri e il cortile del quattrocentesco palazzo Bonelli nasconde l’ingresso della trattoria dello Zuavo, la cui insegna è però ben visibile sotto ai portici: aperto dagli anni ’60, centinaia di foto appese sulle pareti testimoniano il passaggio di tanti grandi della cultura e dell’intrattenimento italiano, che qui cenavano dopo essersi esibiti nel vicino teatro.
Risalendo un poco via Roma, sarete guidati dal profumo di pollo arrosto fino alla Polleria Baudino, la cui insegna è stata restaurata dall’attuale proprietario nel 1987 seguendo fedelmente la decorazione di inizio Novecento, epoca alla quale risale questa storica gastronomia.
Ancora pochi passi ed arriverete all’ultima delle insegne che mi hanno colpito: quella della Cappelleria Cerati, unico rivenditore autorizzato in città del marchio Borsalino e coeva della famosa ditta di Alessandria: qui dal 1857, l’insegna della cappelleria è stata riportata alle condizioni originali negli anni Novanta, dopo che nel ventennio fascista era stata coperta perché le sue lettere dorate sarebbero state gravate da una tassa “sul lusso”.
E così, grazie ad una guida turistica (professionista, mi raccomando: rifuggite dagli abusivi!) anche un breve giro per la via dello shopping può diventare l’occasione per saperne di più sulla propria città.