I Lost sono stati una genuina e verace boy band degli anni zero. Prima di conoscere Luca, il loro bassista, avevo in testa solo qualche ritornello e vaghi ricordi di quell’epoca in cui un gruppo di ragazzi di Vicenza finiva in rotazione con
videoclip girati in cima ai grattacieli e nei deserti americani.
I Lost sono arrivati lassù spuntando all’improvviso da MySpace. Un po’ di attenzione sul web del tempo, poi il Cornetto FreeMusic Audition, TRL e la Carosello Records. Luca parla di quegli anni come una bellissima avventura fatta di esperienze in giro per tutta l’Italia.
Sembrerebbe quasi che non esista soluzione di continuità tra la schietta provincia dove tuttora vivono e quel bagno di folla, reale e televisivo. Sembrerebbero tra i primi figli che Internet ha dato al pop italiano; eppure una realtà mediana nella vita di Luca c’è: si chiama Padova.
Padova è tuttora la “metà strada” che Luca concorda con gli amici di Treviso, il posto in cui va a fare compere, il posto in cui va a sentire i concerti che contano e il posto più vicino a casa, ma in contatto con il mondo.
Essendo una città universitaria Padova ha sempre costituito per i ragazzi Vicentini un polo d’attrazione. La musica la si scopre a Padova, la gente la si conosce a Padova, le cose di moda stanno a Padova. Quando i Lost rientravano dai loro concerti in giro per l’Italia, da Milano, da Roma, da Torino, Padova sembrava quasi il posto più adatto a loro: abbastanza vicino da essere casa, abbastanza vivo da offrire ciò che ormai i ragazzi si aspettavano da una città.
Naturalmente, la Padova di Luca è una città musicale. Uno dei primissimi luoghi che mi cita è il
Parco della Musica: è lì che d’Estate ha visto concerti di artisti del calibro di Tycho e Temple Trap, ed è sempre lì che va a prendere fiato quando ha bisogno di stare in mezzo alla natura.

Mi ha raccontato che nel parco c’è una grande serra piena di piante rare che un collezionista ha donato al comune, perché tutti potessero goderne. Tra i grandi concerti impossibile dimenticare i Biffy Clyro al Teatro Geox, ma non esistono solo grandi concerti.
Per godersi artisti affermati e nuove scoperte Luca mi ha consigliato un locale,
il Mame, dove ha suonato con Walter dei Lost non molto tempo fa e dove ricorda con piacere il concerto di Calcutta poco prima dell’esplosione dell’hype.

Anche il Prato della Valle, la gigantesca piazza verde, ha visto diverse volte sia Luca sul palco con i Lost, sia un tranquillo Luca in cerca di pace non lontana dal centro.
Un altro ricordo nitido di Luca è chiaramente ambientato dopo una festa, in un negozio di strumenti musicali. Si tratta di una piccola boutique musicale chiamata
Tarli e farfalle, in cui si è imbattuto una sera dopo l’orario di chiusura e che l’ha stregato al punto da farlo correre lì il giorno successivo.

Senza esitazioni se ne tornò con un basso acustico che è ormai suo compagno fedele. Da quel giorno Tarli e farfalle è una tappa obbligata di Luca a Padova, la sua gioielleria di strumenti vecchi, con una storia incastonata in ogni legno.
Ma non c’è solo musica a Padova, prima o poi la pancia vorrà la sua parte: mi sono permesso di chiedergli consigli per dello street food: c’è
All’Ombra della Piazza,
che è un posticino piccolo ma affollatissimo, i clienti si riversano tutti nella via adiacente.
Lì trovi cicchetti, polpette di verdura e di carne, pizzettine sfornate in continuazione. Ci puoi prendere uno spritz o calici più ricercati. Per gli amanti degli hamburger c’è Hamerica’s, mentre per tramezzini e soprattutto tradizionali panino con la porchetta, Luca consiglia il Bar dei Osei in Piazza dei Frutti, un classico di Padova per mangiare in piedi, bene e a buon prezzo.

Nel futuro prossimo dei Lost c’è una prima data: il 21 giugno in piazza Chilesotti a Thiene, città natale della band. Si riparte, da dove si era già partiti.