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Luppoleria: la birreria di quartiere a Piacenza

Qui funziona così: mentre fa l’intervista, l’intervistatore è chiamato a dare una mano spostando tavoli e disponendo sedie, perché tra qualche minuto la birreria aprirà e non c’è tempo da perdere. Benvenuti alla Luppoleria, che un po’ è luogo dove bere birra e un po’ tante altre cose. In vetrina c’è un mappamondo, perché in questo porto dove attraccare per rifugiarsi dal tran-tran quotidiano si incontrano persone da ogni dove, all’interno un lungo tavolone per condividere pensieri con gente di passaggio e, là in fondo, il bancone di legno. 

Birre artigianali, hamburger ma anche bookcrossing e concerti: la Luppoleria di Piacenza è uno spazio aperto del quartiere. Per bere bene, e stare bene

Foto via Facebook

La scritta che accoglie il visitatore sulla porta fugge ogni dubbio. Luppoleria: birreria di quartiere. Che poi altro non è che quello che oggi viene chiamato quartiere Roma, una volta Porta Galera, e che per chi conosce Piacenza è il luogo un po’ più difficile della città, multietnico, a due passi dalla stazione. Se è vero che la Luppoleria è diventata il centro di una rete fatta di scambi e condivisione tra coloro che, in quel dedalo di vie, vivono e lavorano, altrettanto vero è che, in principio, fu solo e soltanto la birra. 

Birre artigianali, hamburger ma anche bookcrossing e concerti: la Luppoleria di Piacenza è uno spazio aperto del quartiere. Per bere bene, e stare bene

Foto via Facebook

«Abbiamo iniziato nel 2013 come Beer Shop – dice Jennifer Ravellini, che nella Luppoleria i piedi li ha piantati all’inizio e ancora li tiene – poi si è pensato: perché non somministrare le birre?». Detto, fatto. E la birreria ha preso il sopravvento. Nelle spillatrici o in bottiglia, sono le artigianali a farla da padrone, allora chiedo a Jennifer di consigliarmene una. «La Spaceman Grapefruit, una Ipa quasi a km zero – dice – ma a rotazione se ne trovano di ogni tipo e per tutti i gusti». 

Birre artigianali, hamburger ma anche bookcrossing e concerti: la Luppoleria di Piacenza è uno spazio aperto del quartiere. Per bere bene, e stare bene

Foto via Facebook

È all’esterno, attraversata la stretta strada, che la Luppoleria diventa attrice protagonista del quartiere, con il suo dehor che è niente più – e niente meno – che un giardino pubblico dall’inconsueto nome di Merluzzo, dovuto alla forma allungata di questo dislivello che si riteneva somigliasse alla forma di un pesce. Qui si ricrea un ambiente che, per gli amanti dell’arte, ricalca il Moulin de la Galette di Renoir, con luci accese che si rincorrono tra i rami degli alberi, balli, musica e, naturalmente, cibo e birra. 

Birre artigianali, hamburger ma anche bookcrossing e concerti: la Luppoleria di Piacenza è uno spazio aperto del quartiere. Per bere bene, e stare bene

Foto via Facebook

Alla Luppoleria il chilometro zero si accorcia in un centinaio di metri o poco più, diventando sinonimo di intrattenimento. «Collaboriamo con la vicina Accademia di musica moderna per organizzare concerti e dedichiamo giornate ai bambini». La Luppoleria è poi tappa forzata quando il quartiere si accende con il mercatino del riuso, dove trovare oggetti fuori dal tempo. È insomma luogo di scambi, anche letterari. Grazie infatti alla collaborazione con la libreria di strada la Fabbrica dei Grillo: gli scaffali ti invogliano a portare a casa un libro che ti piacerà e a lasciarne uno che ti è piaciuto. 

Birre artigianali, hamburger ma anche bookcrossing e concerti: la Luppoleria di Piacenza è uno spazio aperto del quartiere. Per bere bene, e stare bene

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È un luogo che ha facilità nel farsi scrittura, perché lì geminano storie. Così anche quest’anno prenderà il via il concorso letterario – dal 6 ottobre fino al 31 dicembre si possono inviare i racconti – che ha per tema proprio i giardini Merluzzo, dove incontri surreali, equivoci da panchina e pensieri ad alta voce non sono merce rara. Gli stessi giardini che la Luppoleria si impegna a pulire settimanalmente, perché un luogo si riqualifica anche con una sorsata di birra.

L'autore: Filippo Lezoli

Giornalista, si interessa di arte e dintorni. Gli piace camminare per le strade raccogliendo appunti, osservare le persone e lasciarsi attrarre dai luoghi. Perché, scriveva Caproni, "non sei mai dove sai".

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