È una Modena inusuale e letteraria quella che andiamo a scoprire, grazie a tre autrici modenesi che hanno condiviso con me la loro città e i luoghi originali che le ispirano. Tre scrittrici che raccontano il loro personale spicchio di magia.
Daniela Ori e la forza della Storia. Il suo punto privilegiato è la Piazzetta della Pomposa, un’oasi di silenzio dove trova ispirazione. Qui si trovava la casa di Lodovico Antonio Muratori, storico, letterato e parroco della Chiesa di Santa Maria della Pomposa. “La chiesa è gestita dalla Confraternita di San Sebastiano, invece per visitare il Museo Muratoriano bisogna prendere appuntamento con la Deputazione di Storia Patria. All’interno – ci racconta Daniela – si trova uno spazio intatto nel tempo. C’è un giardino denso di colori e profumi e oltre il cancello si può ammirare la suggestiva piazzetta, che in passato faceva parte del cortile della casa”.
E svoltato l’angolo, c’è la Trattoria Pomposa Al Re Gras, per bere Lambrusco e mangiare piatti modenesi d.o.c. tra cui i celebri tortellini e i calzagatti, una ricetta tradizionale con polenta e fagioli.
Elena Coppi mi racconta del mercato coperto Albinelli. Fin da bambina saliva sulla fontana della fanciulla con canestro. Su di un gradino alto pochi centimetri, nel punto “dove s’incrociano desideri misurati dalla pesa di una volta, carichi abbondanti di sportine golose, sguardi in attesa del proprio turno, rézdore alla ricerca dell’ingrediente mancante”.
Lo fa ancora oggi, per provare le stesse sensazioni e ritrovare “i colori, i profumi e i sapori delle radici emiliane, gocce locali che fanno bene allo spirito e al palato”. Proprio lì accanto, infatti, c’è lo storico Bar Schiavoni, coi suoi panini irrinunciabili preparati al momento, tra cui quello originale col cotechino: una delizia per i golosi che vogliono provare un gusto tipicamente modenese.
Manuela Fiorini ha una passione per le altezze. Quale punto di osservazione migliore della cima del suo monumento simbolo, quella Ghirlandina che si erge nel cuore della città. “Ho avuto il privilegio di salire fin sulla parte più alta, fino a toccare la grande sfera dorata, quasi invisibile da terra, in una nebbiosa mattinata di inizio autunno. Mi piace questo scorcio perché è la visione d’insieme che scende nel particolare, è la parte del tutto di cui ognuno di noi è protagonista”.
E se si vuole godere della vista della Ghirlandina, però dal basso, il dehors del Caffè Concerto in Piazza Grande è l’ideale: l’abside del duomo e la torre campanaria sovrastano la piazza con la loro imponenza rendendo le colazioni e gli aperitivi molto suggestivi, e le serate mondane particolarmente d’effetto.