Divani di pelle con imbottiture consumate, tappeti persiani, chitarre in fila e casse Marshall che rievocano il rock‘n’roll del passato. Se non fosse per la musica elettronica in sottofondo, i pc, e le consolle che affollano le scrivanie, penserei di essere in uno studio di registrazione degli anni “70.
Non ci sono indicazioni fuori dall’edificio, non c’è neanche un logo sul citofono. Photophonica Studios si nasconde tra i capannoni della zona artigianale di Riccione. Lo skyline della periferia è dominato dalla torre del termovalorizzatore dei rifiuti, una delle architetture contemporanee più interessanti degli ultimi tempi.
Photophonica è (principalmente) uno studio di registrazione specializzato in musica dance ed elettronica ed è stato ricavato da uno studio storico di Riccione che ha visto passare personaggi importanti e lavorato spesso anche con il mondo della televisione. Dopo il fallimento, i proprietari avrebbero voluto ricavarci degli appartamenti ma tre ragazzi li hanno convinti a mantenere la vocazione originale.
A raccontarmi tutta la storia è Alberto, uno dei fondatori, che ho avuto l’occasione di ascoltare diverse volte live con il suo amico Marco. Insieme formano i Riviera (un esplicito omaggio alla loro terra) e suonano musica ipnotica che si rifà al sound degli anni d’oro della club culture, attraverso l’uso di sintetizzatori nuovi e datati.
Nel 2017 Alberto approda qui insieme al dj e produttore Giacomo Cancellieri e al fotografo e videomaker Mattia Celli. I tre erano alla ricerca di uno studio per lavorare autonomamente ai propri progetti. Le parole “photo” e “phonica” raccontano le attitudini dei singoli e anticipano la doppia anima dello studio che mescola arti visive e sonore in una sintesi perfetta.
“Abbiamo capito dopo qualche mese che dovevamo uscire dalle nostre stanzine”, ammette Alberto. Le pareti cadono quando arrivano in studio i Club Paradiso, altri due romagnoli amanti dell’house music e del cosmic funk. Alberto è un chitarrista e si rende disponibile quando i ragazzi hanno bisogno di un riff. Oltre alla collaborazione, nasce un’amicizia. Il materiale registrato in questi anni li porta a creare un’etichetta musicale, che prende il nome dall’indirizzo dello studio: Raibano Records (loro si trovano al numero 20/A di via Raibano). L’etichetta raccoglie il meglio della scena musicale elettro dance della zona. L’intento iniziale è quello di far uscire un disco al mese, “ma poi uno dei Club Paradiso è diventato pompiere.”
“Tutto sugo”, “Salsicce”, “Romagnolo Vegan”… leggo i titoli dell’ultimo EP su Spotify ed esorto Alberto a mettere su qualche pezzo da ascoltare insieme. Nelle tracce non c’è il cantato ma i titoli aiutano a fare un viaggio (soprattutto culinario) nella Romagna degli autori, in un flusso di coscienza dai risvolti inediti. Immagino le tagliatelle “Tutto sugo” al ragù alle quali Alberto non sa resistere quando va all’Osteria da Fafein a San Clemente (posto piccolo e genuino, gestito alla vecchia maniera). Penso alle “Salsicce” profumate e succose che mette Alex (de La Piadina Riccionese) insieme alla cipolla stufata nella sua famosa piadina. Per “Romagnolo Vegan” ho bisogno di una spiegazione. É il nome dell’hamburger che ordinano più spesso da Home Burger quando si fanno le ore piccole in studio.
“Se poi ci serve invece qualche giocattolo nuovo in studio spesso ci affidiamo al MusicIn di San Marino oppure al DiscoPiù di Rimini (ha un sacco di vinili) in entrambi potremmo passarci delle ore senza accorgercene”.
“Gianmaria dei Club Paradiso è appassionato come me di grafica ma non sa usare Photoshop; per questo si diletta con i collage”, racconta Alberto che, senza mai abbandonare la poltrona con le ruote, raggiunge un cassetto e tira fuori le bozze di alcune copertine. Surreali e divertenti come i titoli dei dischi (Roba Calda, Transalpino, Rawmagna). C’è una rivisitazione della tradizione anche nella locandina dell’evento Balera, alla villa delle Rose. L’asso di spade diventa glamour, ma riporta comunque alla mente le signore che trascorrono le giornate d’estate sotto all’ombrellone giocando a briscola. Poi, Alberto elenca la scena dance elettronica che gravita attorno allo studio: “Da Bartolomeo (che ci sta anche dando una mano enorme curando la distribuzione di Raibano Records) a Francesco Mami, i ragazzi del MEET Compact Club di Cesena, i ragazzi di Uax, FunkRimini, Kassiel, Sebra Cruz, Pakkio Sans, Filippo Graziani e tanti altri. Tutta gente con cui si è instaurato un bel rapporto chiacchierando fra queste quattro mura”.
Se la ricerca degli elementi che costituiscono l’immaginario di Riccione e del sound retrò è una vera passione, gli strumenti per comunicarla sono assolutamente contemporanei. Le dirette Facebook è uno di questi.
I locali dove oggi si può ascoltare musica dal vivo e ballare sono sempre meno (Alberto cita Dread Locks un pub sul mare dove si suona ancora rock di qualità) e l’intuizione di Photophonica è stata quella di portare gente in studio per fare festa e di permettere di vivere la musica in una dimensione estremamente diversa da quella della discoteca.
I murales alle pareti li ha prodotti Loreprod durante una di queste dirette. “C’era tanta gente e in modo, se vuoi un po’ scortese, ha ricordato che l’ospite dopo tre giorni…”, mi spiega Alberto indicando le teste di pesce sul muro, “…puzza”.
Con l’ingresso in studio di un ragazzo che si occupa anche di comunicazione e organizzazione eventi, Photophonica si prepara a diventare una vera fucina d’arte, dove si studia tutto il processo creativo, dalla produzione alla copertina del disco, dalla distribuzione nei locali all’organizzazione di feste in giro per la città. “Ci piacerebbe trasformare lo studio in uno spazio culturale aperto alla città dove tenere corsi di fotografia e di musica” dice Alberto, che vorrebbe proporre qui le lezioni di musica elettronica che già tiene in molte scuole di musica e accademie.
E se Riccione ha forse trovato la sua factory, manca allora solo uno Studio 54, che sappia ospitare le feste più stravaganti e anticonformista della zona.