A cosa servono le amiche, se non ad accettarti e volerti bene così come sei? E nel mio caso per “così come sei” si intende “così incapace di cucinare una qualsiasi pietanza commestibile”, dunque il valore della mia amicizia con Francesca, Monica e Giorgia, le amiche di tutta una vita, diventa incommensurabile. Per la nostra cenetta di aggiornamento mensile (perché gossip è ormai un termine un po’ fuori moda) avevo già comunicato la mia incredibile voglia di uno dei più celebri piatti autunnali della tradizione veronese, ovvero il risotto con l’Amarone.
L’Amarone, simbolo dell’eccellenza veronese e italiana nel mondo, non è un vino per tutti: molto strutturato, da abbinare a piatti importanti, non sempre incontra il gusto di tutti i commensali. Ma ecco che, se lo si usa per innaffiare del riso (anch’esso rigorosamente di provenienza veronese, noi abbiamo usato l’ottimo Ferron), l’Amarone è capace di esaltare un altrimenti semplice risotto e di elevarlo, rendendolo un piatto apprezzabile da tutti, anche chi come me è vegetariano e si destreggia a fatica nella tradizione culinaria veronese, ricca di piatti a base di carne e selvaggina e frattaglie.
Noi ci siamo lanciate (loro in verità, io ho semplicemente fatto finta di mescolare a fine cottura) con la variante “Amarone e zucca”, altro ingrediente autunnale per antonomasia, e abbiamo anche tentato un impiattamento da ristorante stellato. Il risultato per quanto casalingo è stato molto soddisfacente (soprattutto perché abbiamo accompagnato il risotto con l’Amarone avanzato, plus non indifferente).
Per chi invece non avesse delle amiche veronesi pazienti e disposte ad accontentare le vostre voglie autunnali, vi suggerisco un paio di ristoranti scaligeri dove poter gustare un risotto all’Amarone a regola d’arte.

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Il primo è in pieno centro storico in Vicolo Scudo di Francia, a due passi dal celeberrimo balcone di Giulietta, ed è l’Antica Bottega del Vino, un’istituzione veronese in attività già dal sedicesimo secolo.

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Qui la passione per il vino veronese è palpabile – e gustabile nelle loro pietanze, risotto all’Amarone in primis.

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Spostandoci invece verso la periferia, più precisamente in Via Lazzaretto 26 nel quartiere di Porto San Pancrazio, troviamo la Risotteria Porto Mancino, e non è difficile intuire la loro specialità.

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Ogni giorno è disponibile una selezione di 80 diversi tipi di risotto, tutti preparati utilizzando esclusivamente riso doc delle migliori risaie veronesi, e oltre a risotti più elaborati e varie rivisitazioni anche qui il tradizionale risotto all’Amarone trova il suo spazio.

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Infine, dove gustare il miglior risotto all’Amarone se non direttamente dove il riso lo producono? A Isola della Scala, nella provincia est di Verona, la famiglia Ferron fonda nel 1650 quella che diventerà la più antica e rinomata riseria di tutta la provincia di Verona e una delle più conosciute in tutta Italia, esportando in Italia e nel mondo il riso scaligero grazie alla distribuzione capillare nei supermercati e, più recentemente, grazie alla vendita online.

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Ma è nel ristorante Pila Vecia, accanto alla riseria e di proprietà della stessa famiglia, dove si può gustare, tra gli altri, il miglior risotto all’Amarone che abbia mai assaggiato – vi dico solo che prima di servirlo lo lasciano mantecare direttamente in una forma di Monte Veronese, formaggio stagionato tipico della zona. Più tipico di così!