Da una parte un muro grigio e abbandonato, buono solo per scarabocchi etilici notturni. Dall’altra un gruppo di ragazzi che lo puliscono, lo scrostano, preparano il fondo. In mezzo, gli abitanti della casa di fronte che, incuriositi, si affacciano alle finestre, mettono su il caffè e scendono in strada con vassoi stracolmi di tazze fumanti e biscotti. È così che nel 1999 nasce l’intesa tra la street art e la Città di Torino: MurArte, un progetto fortemente voluto dall’amministrazione, che prevede la realizzazione di interventi a opera di writers su superfici specifiche, muri di cinta, aree mercatali, parchi pubblici, ma anche spazi messi a disposizione dalla cittadinanza. Una realtà che ha portato, negli anni, a un massiccio coinvolgimento di scuole e quartieri e ha visto nascere numerose associazioni e collettivi di artisti.
È grazie a questa attenzione ai muri che nel 2010 si arriva a quello che Il Cerchio e le Gocce, associazione culturale che organizza interessanti Urban Art Tour, definisce l’anno Zero: Pic Turin, il festival delle facciate che in occasione di Torino Capitale Europea dei Giovani porta più di 40 artisti nazionali e internazionali a dipingere oltre 3500 mq.
Un’ondata di colore che lascia il segno. Si va dall’uomo metaforicamente spogliato dagli stereotipi della società di massa dello spagnolo Aryz sulla facciata nord di Palazzo Nuovo ai poetici animali di Ericailcane in via Fiocchetto.
Al Lungo Dora Savona 30 si può incontrare la monumentale quanto struggente donnola di Roa, famoso artista belga che ha esercitato qui il suo inimitabile bianco e nero.
Anche il quartiere di San Salvario è decorato da mani di fama internazionale. Una cifra stilistica unica si trova al civico 50 di via Nizza dove al posto di rulli e vernici sono andati in scena martello e scalpello – per gli addetti ai lavori stiamo parlando di scrathcing the surface. È così che il portoghese Vhils ha dato vita a un meraviglioso volto senza titolo, il ritratto di una persona che ha incontrato durante un viaggio in Messico. Fotografia su facciata.
Sempre in zona, per suggestività si distinguono AbitHoudini di Agostino Iacurci in via Lugaro e Souvenir Turin, la sirena firmata To/Let nel parcheggio di piazza Madama Cristina.
Come Vhils, anche il suo connazionale Bordalo II, batte strade poco conosciute raffigurando la natura con materiali responsabili della sua distruzione.
Carcasse di automobili, ingranaggi e grondaie danno vita a The big bear, l’orso che emerge dalla facciata del Teatro Colosseo.
Rapiti dalla sua forza dirompente non dimenticativi di girare l’angolo per ammirare The black machine degli svizzeri NeverCrew e gli altri progetti promossi dalla galleria di arte urbana Square 23.
Anche quando parliamo di grandi opere il rapporto con la cittadinanza non viene a mancare. B.ART è un’esperienza di arte pubblica unica nel suo genere: tredici facciate cieche del quartiere di Barriera di Milano e un unico concept. Habitat di Millo affronta il tema del rapporto tra l’uomo, perennemente fuori scala, e il tessuto urbano.
Il progetto è stato scelto da due giurie, una formata da esperti, l’altra da membri rappresentativi del territorio. “Da quando c’è, porto mia sorella a giocare in questo parco più volentieri”, dice Amal indicando l’opera di corso Palermo 124.
Intanto al civico 98 un signore si appoggia alla balaustra del suo balcone accanto alla firma dell’artista, apposta sotto un personaggio dal cui cuore escono lunghi vasi sanguigni azzurri che danno linfa ai camini del palazzo.
“In generale le risposte sono molto positive”, conferma Alessandro Iemulo, responsabile di MurArte. “Negli anni sono cresciute esponenzialmente le superfici messe a disposizione da singoli privati o interi condomini. Il fatto che qualcuno si curi di qualcosa, che porti un po’ di colore è sempre ben accolto. Dal punto di vista della progettazione il murale di corso Valdocco in memoria delle vittime del rogo alle Acciaierie ThyssenKrupp è molto interessante: gli artisti delle associazioni Monkeys Evolution, Artefatti, Il Cerchio e Gocce, KNZ, che collaborano col progetto MurArte, hanno lavorato gomito a gomito con Legami d’Acciaio, l’associazione che riunisce i parenti e gli ex colleghi delle vittime”.
Il risultato è un’opera forte: un estintore acceso contro numeri digitali che indicano il giorno e l’ora della strage lambiti dalle fiamme. 6 dicembre 2007, 00.53. Mani che bucano l’immagine.
Arte e significato. È all’insegna di questo binomio che prende vita una delle ultime facciate apparse in città. La firma è di MrFijodor, il soggetto life below water: il 14° punto dell’agenda 2030 promossa dall’ONU per uno sviluppo sostenibile. I punti sono 17 e altrettante saranno le opere di “TOward 2030. What are you doing?” il progetto del Comune di Torino e Lavazza che prevede la realizzazione di un murale per ogni goal.
Quello di via Cagliero è solo il primo, quindi rimanete sintonizzati e se vi capita di farvi un giro in città fatelo con il naso all’insù.