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Come si diventa cittadini onorari del Treviso Comic Book Festival

Harry Potter è fuori dalla vetrina di un negozio di ottica. Dalla testa di una donna sbocciano fiori e foglie che si arrampicano sulla vetrina di un negozio di erboristeria. Siamo nella città delle vetrine disegnate, così come l’ha definita un turista arrivato a Treviso dalla Nuova Zelanda, e che nel suo blog ha scritto: “Dall’altra parte del mondo c’è un posto dove il fumetto vive ovunque”. Questo posto si chiama Treviso Comic Book Festival, un festival internazionale di fumetto e di illustrazione, di mostra mercato e di incontri, che si tiene appunto a Treviso, ogni anno a fine settembre.

“Volevamo portare il fumetto fuori dalla cameretta. Volevamo aprirlo al pubblico dei musei, delle mostre, dei clienti dei negozi”, dicono Nicola Ferrarese e Alberto Polita, i due direttori del festival nato da una storica fiera organizzata dal collezionista di fumetti Massimo Bragaggia. “La nostra idea è di portare nei luoghi storici della città gli artisti che faranno la storia”, dicono ancora Ferrarese e Polita. Ed in effetti siamo in un luogo storico: nel chiostro del ‘600 di una chiesa sconsacrata, divenuto poi casa di riposo e per il momento casa della Mostra Mercato di Treviso Comic Book Festival.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

Nel 2014 una coda di settecento persone, lunga 70 metri, collegava piazza Pola all’ingresso di Ca’ dei Ricchi, l’antico palazzo nobiliare della famiglia Azzoni Avogadro. Dentro non era in corso una mostra sugli impressionisti ma “Yo soy Joan Cornellà”, la prima personale in Italia dedicata alle illustrazioni ciniche e surreali del fumettista spagnolo.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

“Quella fu la dimostrazione che anche il fumetto può creare code – dice Nicola Ferrarese – Il mio sogno è di organizzare una mostra in una macelleria, proprio per questo discorso di rendere fruibile a tutti il fumetto”. Il Treviso Comic Book Festival infatti contamina il fumetto con la grafica, l’illustrazione, il design, le performance e in futuro, a questo punto, anche con la carne al taglio.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

Tra le varie collaborazioni e contaminazioni di questi quattordici anni di edizioni, c’è quella con il calligrafo Luca Barcellona. “La calligrafia si avvicina molto al lavoro del lettering – spiega Nicola Ferrarese – così gli abbiamo detto, Ti regaliamo dieci libri e tu li racconti come vuoi, in dieci battute. Uno di quei quadri lo conservo ancora a casa, lo vedo ogni mattina quando mi sveglio”.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

Una signora fuori da un bar dice: “A settembre la città diventa una Babilonia di lingue, ad ogni angolo senti una lingua straniera”. Ogni edizione del festival ospita infatti un paese straniero. “Nel 2001 – ricorda Alberto Politi – il paese ospite era la Svezia. Il fumettista svedese Max Andersson per tutti i giorni di Treviso Comic Book Festival non parlò quasi mai, era semplicemente muto ed eravamo convinti non gli stesse piacendo la situazione. Poi nel riaccompagnarlo in aeroporto l’ultimo giorno gli chiediamo com’è andata e lui ci risponde: My best comics experience”.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

Le città dei festival sono città aperte, dove sembra ci siano passaggi segreti e porte magiche attraverso le quali ci si ritrova, ci si riconosce, si diventa per quei giorni cittadini onorari. Che parlano una lingua comune, come potrebbe essere quella del “Codex Seraphinianus” ideato da Luigi Serafini, anche lui ospite quest’anno a Treviso con un’esposizione delle tavole originali del suo ultimo lavoro dal titolo “Pulcinellopaedia Seraphiniana”.

La magia di Treviso Comic Book Festival, dove tutti parlano la stessa lingua e i fumetti vivono ovunque

“Questo è il festival più bello d’Italia perché le ombre di vino costano poco”, dice il fumettista Alessandro Baronciani introducendo l’assegnazione dei Premi Carlo Boscarato, nel giorno finale del festival. Poi ricorda che il fumetto è arrivato prima dell’uomo sulla luna. “Uomini sulla luna” è infatti un episodio di Tintin datato 1954. Per l’uomo sulla luna ci sono voluti ancora un po’ di anni, l’immaginazione e il disegno sono stati più veloci.

L'autore: Redazione

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