San Zeno è il quartiere dove sono nata, un quartiere storico del centro di Verona a soli dieci minuti a piedi dall’Arena. Una zona residenziale e culturale che custodisce orgogliosamente le tradizioni più radicate del veronese autentico. La sola piazza dove si erge la Basilica sembra ferma nel tempo, è uno di quei rari luoghi che mi appaiono immutati, sempre, San Zeno è lì, fiera ed imperturbabile qualsiasi cosa decidiamo di imbastirle attorno.
La prima domenica di ogni mese, escluso Agosto, la piazza e i dintorni si vestono a festa con Verona Antiquaria, un mercato di oltre 200 bancarelle. Non è solo arte, antichità, modernariato, design o abbigliamento vintage, è un vero e proprio evento sociale con cadenza mensile che si arricchisce di, nemmeno tanto brevi, stop goliardici e culinari da condividere in rilassatezza. Il mercato apre alle sette e mezza del mattino, solitamente chi arriva presto fa tappa alla sempre molto affollata Caffetteria San Zeno in Piazza Corrubbio, dove trovare paste e dolci preparati dalla Pasticceria Perbellini, una garanzia.
Così come una garanzia è Alto Livello, un’istituzione del mercato di San Zeno. Stefano non ha mai il banco nella stessa posizione ma davvero non potete mancarlo, adora le parrucche e i copricapi eccentrici ed è solitamente abbastanza rumoroso. Ha 43 anni e ci piace anche per questo, fa parte di quella piccola fetta di commercianti d’arte giovani e simpatici così rari da incontrare che ne rimarrete inevitabilmente affascinati. Sul banco porta arte decorativa, come lui la definisce, tratta vetri, ceramiche e design.
“Frequento questo mercato da tre anni ormai, in realtà è un lavoro integrativo che svolgo parallelamente a quello di Perito CTU del Tribunale di Verona, mi occupo quindi di valutazione eredità e lasciti. Qui mi piace l’idea di proporre oggetti vintage per tutte le tasche, chiunque deve poter accedere alla mia selezione sul banco”. Viene spontaneo domandarsi come un personaggio così stravagante sia entrato in un mondo apparentemente tanto serioso: “Mio padre aveva una galleria e io ci sono cresciuto dentro, è stato molto naturale per me addentrarmi in questo ambiente, personalmente poi, mi sono specializzato in orologi, che sono oggi il mio vero interesse, anche commercialmente”. Ci saluta con il suo berretto da marinaio e il foulard azzurrissimo al collo.
Dietro di lui, oggi, ha invece il posto fisso Elisabetta. Una donna elegante e posata che ama il suo lavoro. Ha forse il banco esteticamente più curato di tutta la piazza, è davvero una fan dei dettagli. Dal 2012 si occupa di modernariato ma è solo negli ultimi tre anni che ha sentito l’esigenza di dare un focus al proprio interesse. “Dopo anni nel settore come semplice hobbista ho voluto finalmente dare una forma al progetto con l’intento che mi somigliasse il più possibile. L’identità della mia attuale attività si è quindi espressa con la grafica e l’oggettistica anni ’70. Tratto unicamente astratti in multipli, sono sicuramente l’estetica che mi è più affine”. Il suo banco è decisamente grafico, a partire dal telo che usa per ricoprirlo alla disposizione delle opere su di esso. Max Huber, Giancarlo Iliprandi, Carlo Vivarelli, Giancarlo Zen: “Voglio che il cliente sappia esattamente cosa poter trovare da me, credibilità e sicurezza sono ciò che vendo assieme alle mie opere.” Mentre sfoglio i suoi nuovi bigliettini da visita, che meritano da soli, le faccio un in bocca al lupo e mi riparo dal caldo nel viale alberato adiacente alla Basilica.
Qui incontro una storia romantica e un po’ fiabesca di due anziani signori sposati con un banco di vecchi libri. Luciano fa il mercato da quando esiste, da prima che lo spostassero in questa pittoresca location, prima ancora che venisse preso in mano dall’attuale associazione Retrobottega. Luciano e sua moglie Adriana sono molto riservati, il loro breve racconto ci basta comunque a ritagliare un perfetto quadretto di quella che intuiamo essere la loro dimensione.
“Siamo due insegnanti in pensione, l’amore per i libri ci accompagna e accomuna da una vita. È un lavoro delicato perché deve sapere che la carta teme le temperature e l’umidità e ci preoccupiamo sempre un po’ per i nostri libri”. Luciano è una di quelle persone con una luce dolce e azzurra negli occhi, che passi a salutare sempre con piacere. Comprare un libro a questo banco è come portarsi a casa un po’ di quel calore.
Johannes è uno dei personaggi più eccentrici del posto. Ha l’accento tedesco e una personalità molto colorata, che dimostra anche nell’abbigliamento, questo vi aiuterà ad individuarlo dato che il suo banco spesso cambia posizione: aguzzate la vista e cercate un colore fluo spiccare sul cemento grigio. Johannes si occupa di design e modernariato, “Mi occupo di mercati da quando ero un giovane studente, negli anni ’70 in Germania. Sono stato uno storico dell’arte stipendiato dallo stato tedesco, erano anni di grande fermento culturale. Ho passato molti anni in Olanda, ad Amsterdam, aprendo una galleria, trattavo soprattutto Industrial Design e Bauhaus, fotografia, organizzavo mostre ed eventi, le occasioni ti aspettavano dietro ad ogni angolo.” Sembra aver vissuto un milione di vite, soltanto 50 anni fa potevi entrare in quel turbinio frenetico di creatività, di novità, di scoperta che oggi ci racconta nostalgicamente e forse è proprio questo il motivo del suo banco e della sua presenza umana al mercato, portare la testimonianza di un tempo che purtroppo non può tornare, un fermento passato che i suoi oggetti custodiscono nell’anima.
Ed è tutto qui il segreto del vintage, dell’antico, dell’usato, cerchiamo emozioni, storie anche negli oggetti; il mercatino di città ci scalda l’anima.