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Al Vinile di Bassano del Grappa, il rock club più antico del nord Italia

Alcune rivoluzioni, si sa, nascono nei garage. Accade anche dove meno te lo aspetti. Appena fuori dal centro cittadino di Bassano ad esempio, nel 1974 un ristoratore, Lallo Ferronato, ebbe un’intuizione destinata a lasciare il segno. Con tutta l’ondata di nuova musica che stava arrivando dall’Inghilterra e da Oltreoceano si chiese: Perché non comprare quella vecchia autorimessa che stava proprio sotto la sua pizzeria e trasformarla in un locale per i giovani bassanesi? Dopo 45 anni la sua creatura, il Vinile Club di Rosà, è la seconda più antica e longeva discoteca dedicata al rock del nostro paese. Un punto di riferimento che è andato ben oltre le ambizioni del suo fondatore, in grado di ospitare le esibizioni live di star nazionali e internazionali, e di attrarre il pubblico da tutto il nord-Italia. La lista degli artisti passati di qui nei decenni è impressionante: Nico (Velvet Underground), Mick Jones (The Clash), Laurence “Lol” Tolhurst (The Cure). 

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Katia Bernardi

L’ultimo in ordine di tempo ad esibirsi sul palco del Vinile è stato Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) che subito dopo il concerto si è passato dall’altra parte del palco, giù a ballare fra il pubblico. Succede spesso, perché in questo piccolo club la distanza fisica tra gli artisti e gli spettatori del live è di pochi centimetri, e a un certo punto diventa impossibile capire di chi sia il sudore che ti bagna la maglietta.

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Davide Valentini

“Sono praticamente nato e cresciuto al Vinile – racconta Paolo Ferronato, che dagli anni ‘90  ha raccolto le redini del papà Lallo alla guida del club – ogni mio ricordo d’infanzia è legato a questo posto. Del concerto di Nico, uno degli ultimi della sua carriera, ricordo che alla serata era presente il figlio Ari, nato dalla relazione con Alain Delon e mai riconosciuto dal padre. Fu una serata incredibile, da annali del rock”. 

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Katia Bernardi

Quella del Vinile e dei suoi gestori è una storia che si intreccia all’evoluzione dei generi musicali, delle mode e dei costumi sociali: dalla discomusic al punk, dalla new wave al grunge, dall’hip hop all’indie, anche se la vera anima del Vinile è sempre stata il rock. “All’apertura del locale a metà anni ‘70 – prosegue Paolo – il più preoccupato di tutti era il parroco del paese. Tutti quei capelloni, la fila di ragazzi con la cresta multicolore, da noi non si era mai visto niente del genere. A tredici anni il mio compito era evitare che i punk devastassero i bagni del locale”. 

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Katia Bernardi

Da sempre in grado di intercettare gli influssi musicali internazionali, il Vinile ha uno zoccolo duro di clienti che non lo hanno mai abbandonato. “Una volta al mese organizziamo la serata New Wave. È come un ritrovo tra vecchi amici, una rimpatriata di persone che hanno cominciato a frequentare il locale quando io ero un bambino. E che non mancano per nessuna ragione al mondo”.

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Katia Bernardi

Grazie alla nuova gestione e alla passione di Paolo, nel 2011 per il Vinile è arrivato un premio molto prestigioso, il 2Night Award come miglior locale italiano, una sorta di Oscar del settore. “Per festeggiare il premio abbiamo deciso di organizzare una due giorni di concerti; volevamo che fossero rappresentate tutte le anime del club. Visto che il locale era troppo piccolo per ospitare il festival, per l’occasione abbiamo preso il Palasport di Cittadella. Headliner erano i Black Lips, forse la garage band più folle che abbia mai visto, fummo i primi a portarli in Italia. Una bomba”. 

Nico dei Velvet Underground, Mick Jones dei Clash, Laurence Tolhurst dei Cure, sono tutti passati da questo locale sottoterra, di musica underground

Foto di Davide Valentini

“Per il futuro – confessa Paolo – penso che succederà quello che è capitato tra me e mio padre. Un giorno non lontano uno dei miei figli verrà da me e mi dirà di farmi da parte perché non ho più il contatto con i gusti dei ragazzi di adesso. Una cosa però la posso giurare. Finché ci sarò io, il Vinile non sarà mai un locale per la trap”. 

L'autore: Katia Bernardi

Katia Bernardi, regista e scrittrice, abita tra Trento e Torino e viaggia sempre in compagnia di un bambina dai riccioli d’oro, un cane bianco quasi volante e un fidanzato che ricorda Sandokan. Laureata al Dams di Bologna tanti anni fa ha sempre amato collezionare e raccontare storie. Dopo vari documentari storico sociali nel suo ultimo film e primo libro, “Funne, le ragazze che sognavano il mare” ha scoperto la commedia e la favola.

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