Partiamo da un presupposto: a me, l’idea di viaggiare nel tempo, è sempre piaciuta un sacco. Va da sé, dunque, che i luoghi particolarmente in linea con un’epoca storica suscitino in me un’attenzione particolare. Di recente, mi è stato concesso di fare un salto nell’America degli anni ’50, ospite dell’hamburgeria Walla Walla.

Foto via Facebook
Si aprono le porte del locale, e si apre anche l’epoca di Grease. Ad accogliermi, insieme alle canzoni meno note di un immancabile Elvis, è Stefano Bovone, proprietario ed anima del locale. Mi siedo, ordino un cheeseburger e delle patatine, scelgo la birra rossa del mese e inizio a guardarmi attorno, mentre la cameriera prende le ordinazioni dalla coppia di ragazzi seduti accanto a me. Stefano, dopo poco tempo, mi raggiunge.
Gli chiedo com’è nata l’idea di aprire questo posto. “Per caso e per passione – risponde Stefano – Era il 2008, allora lavoravo come receptionist in un albergo, e mi trovavo in vacanza a Miami. In giro vedevo un sacco di posti che proponevano street food, spesso prodotti con materia prima di scarsa qualità. Da contro, gli hamburger buoni – salvo rare eccezioni – avevano costi decisamente più elevati, e pareva impossibile trovare un compromesso. Ho iniziato a ragionarci, inserendo questa idea nel tessuto di Alessandria: quasi nessuno proponeva hamburger artigianali, fatti in casa. Alle mie spalle, in famiglia, due generazioni di commercianti di carne mi garantivano la certezza di saper riconoscere una buona materia prima. Tornato a casa, così ho iniziato a riflettere sul locale, su cosa proporre, su come arredarlo. Prima è stata la volta di Elio’s Burger, una macelleria con cucina, che permette di scegliere il pezzo di carne direttamente dal bancone, e poi mangiarlo cucinato in negozio. Da quel trampolino di lancio, ancora esistente, ha preso il via il Walla Walla”.

Foto via Facebook
I classici hamburger qui incontrano una tradizione tutt’altro che americana. “Lo ammetto – spiega Stefano – l’America viene contaminata dalla terra mandrogna. Sempre nel rispetto della tradizione piemontese, cerco di inserire, tra le proposte speciali della settimana, anche sapori nostrani: bue grasso, salamini di vacca alla mandrogna, rivisitati in chiave USA, oppure formaggi e salse particolari che possano accontentare anche i palati più esigenti. Di americano restano le idee, le salse, alcune birre: anche in questo caso, accanto agli States trovano spazio birre belga, tedesche, inglesi, italiane. L’unica regola è che siano poco commerciali, un po’ di nicchia”.
Alle pareti del locale ci sono le classiche targhe ed insegne in latta che si trovano negli Stati Uniti mentre il bancone, arrotondato, ricorda nei colori e nelle forme i modelli degli States.

Foto via Facebook
Mancano all’appello un jukebox e qualche ragazzo con il bomber dell’Highschool, ma per il resto Alessandria sembra lontana nel tempo e nello spazio. Al tavolo accanto al mio arrivano le ordinazioni: un cestello di patatine fritte, un hot dog, un hamburger particolarmente ricco.

Foto via Facebook
“Quello è il Juicy Lucy – mi spiega Stefano, intercettando il mio sguardo – è un hamburger classico, col formaggio dentro alla carne, e non sopra come vorrebbe il classico cheeseburger. È tra i preferiti del nostro cuoco, Elson: ne cucina di perfetti”.