Bene ma non benissimo. Ecco come vanno le cose a Candida e Jacopo, due ragazzini che si ritrovano a Torino, nella stessa classe di una scuola media, a subire atti di bullismo. Lui in quella città ci è nato e cresciuto, lei, orfana di mamma, è da poco arrivata dal sud Italia. Per Candida, l’unica cosa capace di stemperare il trapianto dal caldo paese natio della Sicilia a Torino è la possibilità di incontrare il famosissimo rapper torinese Shade, autore della canzone Bene ma non benissimo che dà il titolo al film.
Catapultata a metà anno in una nuova classe Candida si trova ad affrontare la prepotenza di tre bulli che, da anni, seviziano Jacopo. Lei però ha la forza di opporsi e smontare gli attacchi dei compagni. Così tra i due nasce un’amicizia che diventa la colonna portante del nuovo film di Francesco Mandelli, che dichiara di essere stato conquistato proprio dalla tenerezza di questa storia, già evidente nella sceneggiatura di Fabio Troiano, Vincenzo Terracciano e Laura Sabatini.
L’ultimo giorno di riprese a Torino, in cui è stato girato buona parte del film, si tiene la conferenza stampa dove incontro tutta la troupe. Nella splendida galleria San Federico, Pier Paolo Piastra, produttore del film, parla del calore di Torino e della fantastica accoglienza dei torinesi, “È una città nella quale è bello girare un film”, dice, mentre Rosario Terranova, interprete di Salvo, padre di Candida, chiede al pubblico “Se mi sono innamorato di Torino?” e, in risposta, sfoggia una maglietta su cui è disegnata una vecchia Fiat Cinquecento.
“A dare una potenza inaspettata a questo film è stata lei, con la sua forza femminile”, dice Mandelli parlando di Francesca Giordano, che ha appena 13 anni e nel film interpreta Candida.
Shade, protagonista del film in un cameo di sé stesso, è l’ultimo a prendere la parola. È un ragazzo dolce e genuino, al quale il successo non sembra aver tolto un grammo di timidezza. È strano pensare che la sua carriera sia iniziata con il freestyle, dove i combattimenti tra rapper si giocano sul filo di parole molto aggressive. Mi spiega che quella per lui è stata un’arma di difesa. “Alla medie mi facevano di tutto, i bulli hanno questa incredibile capacità di toccare sempre dove fa più male. Mi dicevano che puzzavo e io facevo la doccia tre volte al giorno, mi sembrava di impazzire. Scoprire la musica mi ha permesso di dire ‘Non sono uno che le prende e basta’ e sono felice di poter utilizzare la visibilità che sto acquisendo per veicolare questi messaggi. Farlo nella mia città, poi, è ancora più bello, perché io di Torino amo ogni centimetro. Amo correre al parco Ruffini, la Sinagoga, rilassarmi a parco Dora, passare in via Barbaroux: se sei fan di Harry Potter non puoi passeggiare lì senza sentirti in Diagon Alley, è bellissimo”.
Mentre mi parla di Torino i suoi gesti si animano di trasporto, le lunghe braccia bianche che spuntano dalla maglietta da basket rosso fluo fendono l’aria del set dove ha da poco finito di girare la scena di un firmacopie. Siamo sempre nella Galleria San Federico, dentro la libreria Coop. “Torino non si smette mai di scoprire. In questo posto, ad esempio, ci sono entrato per la prima volta per girare il film. Villa della Regina l’ho scoperta con la mia ragazza, una domenica che non sapevamo cosa fare. E, a proposito di ragazze, tutti portano le tipe a Superga, ma il posto migliore è il Parco Europa, dove hai una vista pazzesca sulla città e nessuno a girarti intorno. Insomma, il bello di Torino è che potrai sempre dire: cosa c’è oggi che possiamo vedere e che non abbiamo ancora visto?”
Shade ci mette l’entusiasmo e le chicche di un torinese navigato, mentre del tutto diversi sono gli occhi dei due giovani protagonisti che hanno scoperto Torino girando il film. Quando gli chiedo quali sono i posti che gli sono piaciuti di più mi rispondono con la meraviglia della prima volta: Museo del Cinema, Museo Egizio e Museo dell’automobile. Poi Francesca aggiunge Superga. Chissà se la prossima volta qualcuno la porterà al parco Europa.