Tre cabinati, un quarto in arrivo e poi console e controller sparsi, collegati a televisori rigorosamente con tubo catodico. Non è quello che si trova al di là di un varco spazio temporale, ma a livello di spirito nerd non siamo lontani. In realtà non siamo lontani nemmeno dagli aperitivi a buffet dei Navigli, ma è come se fossimo in una Milano parallela. Una Milano che si è risvegliata negli anni ’80 e che picchia duro sui tasti di Metal Slug.
Tutto questo avviene ogni sera in un locale aperto in piena estate in via Magolfa, di fronte al museo dedicato ad Alda Merini. Il locale in questione è un arcade bar e ha il nome sintetico e perfetto di BUG Arcade Bar.
Uno spazio al piano terra con bancone e postazioni da gioco, un soppalco illuminato da cento metri di lucine bianche e una manciata di tavoli con console meno ingombranti. Obiettivo: convincere la gente a uscire di casa per giocare. Eresia?
“A Milano ci sono altri posti che organizzano appuntamenti per trovarsi a giocare – racconta Massimiliano, mente e braccia di BUG – ma di solito vai lì, ti metti le cuffie e neanche ti guardi in faccia. È come giocare da casa. Io invece voglio che la gente si parli, per questo tutti i giochi sono multiplayer”.
E oltre ad essere multiplayer, i giochi sono anche gratis, perché la sensazione è quella di tornare ai tempi delle sale giochi, ma senza la fatidica scritta “Insert Coin” a lampeggiare sullo schermo.
Classe 1991, dopo tanti anni passati a lavorare al Circolo Magnolia, Massimiliano ha deciso di mettersi in proprio: “Avevo voglia di un locale che fosse un po’ nerd… in pratica ho ricreato camera mia”. Una camera calda e luminosa, piena di illustrazioni a tema di Luca Font, in cui il sottofondo sonoro è quello familiare a tutti i videogiocatori, fatto di momenti di totale silenzio interrotti da urla e agitazione improvvise.
Dai colpi lungolinea di Virtua Tennis ai calci di King of Fighters, passando per Tekken 3 e Mario Kart 64, i clienti giocano ai titoli più diversi.
“La maggior parte sono ragazzi – spiega Massimiliano – ma ci sono anche ragazze, che magari lavorano nel settore in qualche società in zona. Poi ci sono i giovanissimi, che vengono e mi chiedono di giocare a qualcosa appena uscito… ma io ovviamente non ce l’ho”.
BUG è un locale che cerca una nicchia e che vuole una clientela fedele: una sfida nella sfida. “Siamo in via Magolfa – continua Massimiliano – che è una via bellissima ma non di passaggio: non vieni da noi per caso, ma perché ci vuoi venire. Non è facile, ma spesso la gente ritorna e questa per me è la cosa più importante”.
Per crearsi una base dii clienti “regular”, BUG organizza diversi appuntamenti a tema, come i tornei di FIFA a cui presenzia anche il campione di e-sport Niccolò Mirra o serate a tema Nintendo in cui accanto ai giochi vintage si provano quelli nuovi.
“E poi c’è l’Autogestionerd – conclude Massimiliano – Una serata in cui chiunque può portare i giochi che non sa più come usare e metterli in una delle nostre console… l’importante è giocare”.