Con 21 lettere, si sa, si compongono intere lingue, meno risaputo, però, è che con 21 lettere si possa raccontare una città. Lo ha fatto, e ci è riuscita, l’illustratrice Ilaria Urbinati dando vita a Carnet Torinese, un abecedario della capitale sabauda edito da Voce in capitolo.
Incontro Ilaria e i suoi occhi scuri a Mood Libri & Caffè, in piazza in Carignano. Ordiniamo due caffè e lì, sedute in mezzo a scaffali pieni di libri, sfogliamo il suo carnet.
“Tengo moltissimo a questo progetto”, dice, “perché ho scelto tutto io, il formato, la carta, tutto”.
Alla “c” si ferma. “Canoe: il fiume Po. Ero preoccupatissima che questo verde,” dice indicando l’acqua del fiume, “non venisse bene”.
“Invece – continua a raccontare Ilaria – è rimasto proprio il colore giusto, perché chi vive a Torino lo sa, il Po non è azzurro, ma verde. È il nostro mare, quando i torinesi hanno le paturnie vanno lì. Il lungo Po, i Murazzi, sono in assoluto il mio panorama preferito di questa città”.
Alla “m” un violoncellista: Musica inaspettata. “Questo è un ritratto”, dice Ilaria come se avesse riconosciuto un amico che non vede da tempo. “Perché Torino è anche questo: passeggiare in via Lagrange ed essere sorpresi dalla musica di un violoncellista professionista che ogni tanto, nel week end, si mette lì e suona, per amore dell’arte”.
E passeggiare, soprattutto se si passa un po’ di tempo con il naso per aria, è davvero uno dei modi migliori per incontrare questa città.
In via Madama Cristina 19, ad esempio, potreste imbattervi in un balcone sorretto da un enorme pipistrello, catturato dagli acquerelli di Ilaria sotto la “o” di Occulto, la Torino esoterica.
Mentre i caffè si raffreddano passiamo in rassegna la “q” di Quindici.
Questo è il tram storico su cui tutti dovrebbero salire almeno una volta, con i suoi vecchi sedili rotondi in legno.
Alla “n” un nome inaspettato: Nietzsche.
“Non tutti sanno che il filosofo tedesco amava moltissimo Torino e ci ha vissuto un periodo della sua vita”. Alla città, infatti, è legata la storia per cui si racconta che in piazza Carlo Alberto Nietzsche, vedendo un cavallo frustato malamente, sia corso ad abbracciarlo e baciarlo, scatenando l’ilarità degli astanti. “Magari Nietzsche era solo un tipo sensibile e per di più amava tantissimo Torino, così la lettera “n” è un tributo a lui”. Si ferma un attimo, mi guarda “Comunque io nella vita non sono così tenera”, aggiunge, “lo riverso tutto nel disegno”, e scoppia a ridere. Per un po’ chiacchieriamo ancora di colori: “Bologna è una città arancione, Torino, invece, è bianca”.
I nostri caffè sono finiti da un pezzo, inizia a farsi tardi e io ne approfitto per farmi dedicare il mio Carnet Torinese. “La prossima volta potremmo andare a El Puig D’Estelles”, dice Ilaria, “è un piccolo locale in via XX settembre, gestito da una famiglia italo-tunisina. Dentro ci sono libri e tarocchi, strane mappe, fanno delle brioches fantastiche. È un posto che mi piace moltissimo, forse perché è polveroso vero”. Penso che mi piacerebbe vederlo disegnato da lei, un posto “polveroso vero”.
Uscite da Mood Libri & Caffè ci salutiamo e, a pochi passi dalla targa dedicata a Nietzsche, prendiamo direzioni opposte. Io mi avvio verso casa stringendo la mia città in una tasca.