Letture e film sono una parte consistente delle giornate estive. Entrambe rigorosamente all’aperto. Esistono numerose arene in città. Chiostri e piazze diventano la versione outdoor dei cinema più frequentati durante l’anno, e ci permettono di rivedere i film che abbiamo perso, in uno spazio inedito.
Ma Milano ha anche un cinema all’aperto che ha un significato tutto suo. Ci sono delle foto dei cortili del Giambellino, sulla pagina Facebook di Scendi c’è il Cinema, che sembrano la versione moderna di uno di quei film degli anni ’50 in cui la popolazione di un enorme caseggiato si radunava davanti allo schermo portandosi le sedie da casa.
Dalla prima edizione della rassegna milanese del cinema estivo in cortile sono passati 7 anni. Nel 2012 Fabrizia era appena venuta ad abitare in questo quartiere storico di Milano, nella zona 6, ed era subito entrata in contatto con il laboratorio di quartiere Giambellino-Lorenteggio Alla stessa associazione di volontari partecipava anche Luca, educatore che nel quartiere vive da sempre.
Il laboratorio di quartiere tiene insieme soprattutto ragazzi che vivono dentro e fuori il quadrilatero delle case popolari fra via Giambellino, via Lorenteggio, Via Odazio e via Segneri. “L’idea di proiettare gratuitamente film nei cortili, fra le case popolari, è un’estensione di questo lavoro di coesione sociale.
La rassegna l’abbiamo scelta insieme, noi e gli abitanti.” racconta Luca “Ma molti dei film che quest’anno avevamo selezionato sono stati bloccati dalle case di distribuzione che non ritenevano di far circolare le loro opere in un circuito gratuito. Per fortuna altri distributori ci hanno invece sostenuto ed è stato possibile avere dei titoli di qualità, accessibili ad un pubblico che difficilmente potrebbe raggiungere il centro città o pagare un biglietto in una sala”. Fabrizia mi descrive la proiezione del film più bello e partecipato di questa edizione, Sulla mia pelle, introdotto dal regista Cremonini che ha raccontato ad un cortile di gente gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. “Mescoliamo film più impegnati come Le Conseguenze dell’amore, a film più leggeri e divertenti come Due sotto il burqa. Perché il senso di questo cinema è unire. Invitiamo gli autori, i direttori della fotografia come Luca Bigazzi che tengono delle vere e proprie lezioni al pubblico eterogeneo di uno dei quartieri più popolari di Milano”.
E aggiunge “Sono gli abitanti a farci da tramite. Proponiamo la proiezione ad uno dei cortili e se la risposta è positiva si attiva un vero e proprio canale di partecipazione. Il momento che più mi soddisfa è vedere i ragazzi montare lo schermo, vedere l’evento che prende forma, che si materializza mentre una delle signore del caseggiato si occupa di preparare le limonate e qualcun altro di accogliere chi arriva. Vedere che il cinema altro non è che un’occasione per riportare le persone ad incontrarsi, vivendo gli spazi comuni insieme, e non più rinchiusi in tanti mondi paralleli”.
A commentare le proiezioni, una volta concluse, sono soprattutto i ragazzi. Hanno nomi italiani e nomi che rimandano ad altri paesi, sono abitanti del Giambellino e con orgoglio precisano che ad ospitare il film della sera prima è stato il loro cortile, unito, divertito come non lo avevano mai visto, che la cucina marocchina era buonissima e che la pioggia non li ha fermati. Raccontano passo dopo passo tutti i segmenti che hanno composto la serata, generando un esperimento sociale che non lascia indifferente nessuno fra i partecipanti.
Il laboratorio di cui mi parlava Luca è fatto di questo lavoro collettivo per fare del proprio quartiere quel cortile un po’ retrò dove la gente ricomincia ad incontrasi e a parlarsi.
Abbiamo tempo fino al 20 luglio, con l’ultima proiezione di questa edizione di Scendi c’è il Cinema, per essere ospiti attivi del variegato mondo del Giambellino.