A Lecco, in via Calloni 14, lungo le pendici delle Prealpi, si trova il circolo più antico di tutta la città, il Circolo Libero Pensiero, che proprio quest’anno compie 70 anni, anche se in realtà l’origine è ancora antecedente e risale a fine Ottocento, come circolo di dopo lavoro del quartiere Rancio, che un tempo era anche comune a sé.

Foto di Martina Scalini
All’inizio la sede si trovava in un casolare non molto lontano dal luogo attuale, ma durante il ventennio fascista venne bruciato per le sue frequentazioni socialiste, e venne poi ricostruito nel dopo guerra qualche metro più in su.

Foto di Martina Scalini
Il nome completo è Circolo Cooperativo Libero Pensiero Annibale Molinari, un operaio che scioperò il 7 marzo del ’44 e che per questo venne deportato nel lager di Gusen. Una storia importante e antifascista, di quando Lecco era ancora piena di circoli operai: non per niente veniva chiamata la Manchester d’Italia, per le sue fabbriche e per la sua numerosa popolazione proletaria.

Foto di Martina Scalini
Appena entrato mi accolgono Flavio e Lello, che gestiscono il posto da qualche anno. Lello è anche un sassofonista ed è stato il primo a interessarsi all’idea di portare al circolo una serata di free jazz a settimana, il LiberoJazz.

Foto via Facebook
“Il nome gioca sul luogo, ma anche sul fatto che vengono fatte proposte poco ortodosse dal punto di vista jazzistico. Dopotutto in questa città c’è sempre stato un nucleo consistente di musicisti legati alle forme più libere di improvvisazione, e non solo nel jazz. Per esempio, qui a Lecco c’è stato un gruppo storico del prog italiano, i Biglietto per l’Inferno, di cui il batterista Mauro Gnecchi è un nostro caro amico e che ci aiuta a organizzare qualche serata. Seguendo questo principio di ricerca musicale, ultimamente abbiamo avuto i Medea, con Marco Colonna, un grande clarinettista romano legato molto alle avanguardie, e Cristian Lombardi, un batterista che viene dalla musica latina, quindi come vedi ci piace mischiare.”

Foto di Martina Scalini
Comincia ad arrivare un bel po’ di gente per il dj set dei LARIO’S LATINOS, crew del lecchese con contaminazioni latinoamericane tra reggaeton, salsa e cumbia.

Foto di Martina Scalini
Flavio mi dice: “Qui si fanno le feste più belle di tutta Lecco, ogni festività è buona per riunirci e per ballare, perché anche il trash vuole la sua parte a volte”.

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La programmazione del venerdì sera invece si sposta verso il rock e le sue infinite declinazioni, grazie al Collettivo “Venerdì Sera sono (al) Libero”. Nato nel 2010 questo gruppo di giovani organizza concerti con band da tutta Italia, mi spiega Flavio: “Diciamo che tendenzialmente l’offerta musicale spazia tra tutti i sottogeneri: psych rock, stoner, avant rock, molto punk e post punk e un po’ di post rock. Poi ci capita ogni tanto di incrociare anche l’indie pop, per esempio poco tempo fa sono venuti gli Itaca, un duo di Berlino che canta in italiano e suona dell’ottimo elettro pop. Quindi i filoni sono questi, ma fondamentalmente cerchiamo sempre di ospitare gruppi che fanno musica che incontra i nostri gusti, altrimenti non lo faremmo.”

Foto di Martina Scalini
Durante una pausa del dj set esco nell’atrio e mi ritrovo davanti un grande cartello bianco con una scritta nera, appeso in memoria della storia del Circolo: “È vietato agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora nel Regno, in Libia e nei possedimenti dell’Egeo”.

Foto di Martina Scalini
Si abbassano ancora le luci e ricomincia la musica, dal fondo della sala parte una versione remixata di Besame Mucho. Esco per prendere un po’ d’aria. Il rumore dei bassi si sente fino a qualche strada più in là, rompendo il silenzio della montagna.