Fare colazione in una città vuol dire camminare e scoprire i locali più tipici, il caffè più buono o, se si è in vacanza o in visita, prendersela con calma e cercare anche la vista migliore sui monumenti. La soluzione migliore è perdersi e orientare la bussola sugli aromi dolci e salati. Attenzione perché già di prima mattina l’odore di salame e stracotto si insinua tra i vicoli della città, soprattutto in alcuni punti che diventano lo stomaco di Mantova.
Si comincia dall’ingresso classico della città. Il ponte di San Giorgio, il Castello e il famoso e pluriscattato skyline. Proprio a due passi dal Castello vi aspetta il Caffè Modì. Un bistrot dall’atmosfera d’artista. Si capisce subito il perché del nome. Le riproduzioni dei quadri Modigliani sono ovunque. Gli specchi dalle grandi cornici e un pianoforte fanno il resto. La variante all’internazionale cornetto è la mantovana sbrisolona.
Appena prima di entrare nel centro storico, con piazza Sordello alle spalle, voltatevi sulla sinistra e leggerete una scritta che ha almeno 50 anni ma sono sicuramente di più. Pavesi è un panificio e non un bar ma potete prendere una pastina dal vasto assortimento allestito nelle teche come tanti soldatini armati solo di zuccheri. Vi consiglio di scegliere il risino, un dolce mantovano con latte, riso e scorza di limone. Sanno di infanzia e di dolce preparato in casa. Da mangiare assolutamente mentre passeggiate per la città. I mantovani vi riconosceranno e sarete già calati nella parte del bravo turista.
Se siete fortunati, ovvero siete in città di giovedì, oltre ad essere immersi nel mercato cittadino potete dirigervi verso via Giustiziati. Passando sotto l’arco dell’Arengario date uno sguardo agli anelli ancora affissi. Sono proprio quelli che si usavano nel Medioevo per le torture. Il nome della via non tradisce la sua macabra storia. L’osteria Leoncino Rosso è aperta, solo di giovedì, per le colazioni. Potete così aggiungere la nota salata. La polpetta del Nedo è il vero spuntino andante dei mantovani. Uno di quei sapori quasi spariti che sanno di osteria con travi in legno, una lunga gestione familiare e una ricetta che non ti sveleranno mai.
Volete fare i parigini di Montparnasse e avere un libro tra le mani? Direzione piazza Marconi, qui troverete il Caffè letterario Bar Venezia. Raffinato, elegante e una prova sul campo per il vostro apprendimento linguistico. La parlata ufficiale qui è il mantovano stretto. I giornali locali sono proposti ancora accompagnati con un bastone per facilitare la lettura.
L’ultima proposta in centro storico è nell’area del Rio, il corso d’acqua che taglia in due la città. Via Orefici vi rapisce con i suoi odori salati: salami appesi, mostarde e polli che girano sugli spiedi. Se resistete a tutto questo in fondo alla via entrare nella Caffetteria Bernardelli. Oltre ai dolci esposti potete prendere un pezzo di schiacciata e gustarvelo mentre seguite il corso del Rio. Sarà fortissima la tentazione di fare foto.
Fuori dal traffico del centro c’è Dolcelia, una piccola oasi gustosa pensata per chi non può assumere glutine o ha altre intolleranze. L’atmosfera è di color pastello, un po’ shabby chic e tutto sembra avere la consistenza del confetto.
Non c’è un consiglio preciso perché i dolci, in genere piccole tartellette, vengono prodotte ogni giorno e con ricette diverse. Avvicinatevi al bancone e lasciatevi tentare.
A Mantova però l’accoppiata cultura-cibo è davvero difficile da spezzare. Così prima di visitare il Palazzo Te nell’area dei giardini c’è il Chiosco Graffer. Qui potete sedervi in tavolini di legno, coperti da pergolati di edera e fiori, e scegliere una colazione classica con cornetto o gustare uno dei dolci più in voga negli anni sessanta mantovani: il cannoncino con zabaglione, budino al cioccolato e panna. Il consiglio è di venirci tra maggio e settembre quando i tigli sprigionano il loro profumo.