Ci sono souvenir che non si possono acquistare. I suoni di una città possono raccontare le molteplici sfumature che descrivono l’anima dei suoi abitanti, le attività, la parlata e le onomatopee più caratteristiche. È il caso di Piazza Mantegna a Mantova, registrata dai tecnici di FUS che si occupano di indagini sul paesaggio sonoro. Il progetto, denominato MN HUB Risuona, ha visto la direzione tecnica e artistica di Zero Beat e la collaborazione del Consorzio Pantacon. Il suono della piazza (della durata di 1 min. 34 sec. e che potete ascoltare qui) è stato inserito nella mappa mondiale di Radio France Ecouter le Monde.
La registrazione di Piazza Mantegna è avvenuta in un pomeriggio invernale, verso le ore 14,30. Il microfono è stato posizionato fuori dal Caffè Mirò. La saletta al primo piano è una vera bomboniera: colonne in marmo e soffitto con travi a vista decorate che si affacciano sulla basilica di Sant’Andrea, meraviglia quattrocentesca progettata da Leon Battista Alberti.
La piazza è stata scelta perché crocevia di traiettorie e voci mantovane e per la sua forma di parallelogramma irregolare. I portici scivolano lungo i fianchi, portano e ricoprono il carico di vite indaffarate di chi li attraversa. Un vero ombelico della città, uno spazio che incrocia molti flussi. Chi proviene da Piazza Marconi o da piazza Concordia, chi va verso via Verdi, chi prosegue sotto la lunga infilata dei portici Broletto e chi si intrufola verso via San Longino.
In quel minuto e trentaquattro secondi registrati per la radio francese, si sentono il suono del clacson di una bicicletta, frasi iniziate molti passi prima e di cui capiamo solo “… disturbo un attimo”, l’eco di passi sulla pavimentazione, una lingua straniera portata da quello che sembra essere un piccolo gruppo di persone, l’accensione di uno smartphone, il pianto di un bambino in lontananza, la catena di una bicicletta che ci passa vicino. A seconda della stagione e dell’ora del giorno la piazza, come una grande orchestra, accoglie altri suoni che confluiscono in un unico spartito. Le tazzine posate dei caffè, le pagine sfogliate dei giornali, le campane della basilica di Sant’Andrea, i passi che salgono il sagrato. La piazza viene tagliata dal passaggio di un bus che spezza per un attimo le relazioni tra i vari passanti. Poi tutto ritorna come prima.
A circondare di storia la piazza ci sono i palazzi che appartenevano alle nobili famiglie mantovane. Sotto i portici sono presenti alcuni dei negozi più caratteristici del centro. La Casa del Bianco che vende tessuti è in attività dal 1836 e custodita nella graziosa casa detta del Mercante, ricamata all’esterno da colonnine, tortili e decorazioni in terracotta un tempo ricoperti in foglia d’oro. Una facciata veneziana a Mantova.
Entrare nella Tabaccheria Sant’Andrea è un po’ come rimanere nella basilica, il negozio infatti sorge sulle mura del campanile, in parte visibili all’interno, sotto un soffitto ancora affrescato. Una targa poco sopra l’insegna ci informa dell’anno di costruzione: dal 1413 al 1414, un cantiere di un solo anno. La proprietaria conferma che questa attività è presente da almeno cinquant’anni e probabilmente prima c’era un orefice.
Dall’altro lato della chiesa c’è invece il negozio della Casa Editrice il Rio che pubblica monografie d’arte, cataloghi di mostre, poesia e libri per bambini, in quella che loro stessi sul sito definiscono “forse la libreria stabile più piccola d’Italia”.
“Questa piazza è l’insieme dei suoni della Mantova contemporanea, che combina vecchie e nuove tradizioni”, dicono i tecnici di FUS che hanno registrato la mappa sonora della piazza; e che ora sono in procinto di ripercorrere nuovamente la città con dei microfoni. L’idea infatti è quella di lavorare sui suoni arcaici della città, per capire cosa si sentiva ai tempi dei Gonzaga.