L’insegna FotoKino è qui a Riccione dal 1962. Storico negozio di fotografia, oggi chi entra può acquistare una macchina fotografica, sviluppare un vecchio rullino o scegliere la sua piadina preferita. Sì, perché all’interno del negozio è stata ricavata una piadineria, la piada di Kino.

Foto di Francesco Rigoni
“L’idea è venuta a me” racconta Emanuele Casalboni, “Ho sempre fatto il fotografo, come mio padre, ma sognavo di aprire una seconda attività legata allo street food. Da tempo cercavo un posto dove aprire una piadineria, deluso dall’ennesima location sfumata, ho parcheggiato qui davanti, come faccio tutte le sere, e, sceso dalla macchina, mi sono trovato davanti alla vetrina e mi sono detto: la piadineria la faccio dentro al mio negozio!”

Foto di Emanuela Casalboni
In vetrina il menù della piada affianca l’elenco dei supporti su cui stampare le foto. I sacchi di farina macinata a pietra sono adagiati vicino alle macchine fotografiche d’epoca. I due ambienti rimangono comunicanti, come le due passioni del proprietario. “Ti faccio una piada?” mi propone una signora dalla cucina brandendo il mattarello e invitandomi ad entrare. C’è odore di casa e mi viene da suonare il campanello prima di entrare. L’arredo è rigorosamente vintage.

Foto di Francesco Rigoni
A darmi il benvenuto trovo su un bancone d’epoca, proveniente dal primo Caffè Foschi di Pesaro, qualche triangolo di piada e del salame appena tagliato.

Foto di Francesco Rigoni
Tra queste mura c’è la casa di Emanuele: ci sono i bambini, c’è la moglie premurosa alla cassa, la mamma Rita al comando delle piastre e lo zio Tino con la sua cravatta sgargiante a consegnare gli album delle comunioni ai clienti. “Mamma era quella più spaventata” confessa Emanuele a bassa voce “ha fatto tutta la vita le piadine a casa, seguendo l’esempio della nonna, ma era consapevole che farne un’attività sarebbe stata tutta un’altra cosa”. Gli anni sono passati, ma si riconoscono tutti i volti di questa storia nelle foto di famiglia appiccicate qua e là vicino alla cucina.

Foto di Francesco Rigoni
Emanuele mi racconta uno degli scatti a cui è più legato. “L’ho scattata ad un matrimonio un paio di anni fa. Gli sposi sono due ciclisti canadesi che trascorrono sempre le vacanze a Riccione, e che hanno deciso di coronare il loro amore con una cerimonia sulla spiaggia”. Emanuele deve aver preso confidenza con le emozioni, visto che ha aperto da qualche anno il Villino 84, uno studio non lontano da qui dedicato esclusivamente ai matrimoni.

Foto di Francesco Rigoni
Per Emanuele lo studio dell’ottica più avanzata, del sensore più sofisticato, della carta più adatta per stampare una foto non è molto diverso dalla ricerca dei migliori ingredienti da utilizzare in cucina. Qui le farine sono macinate a Pennabilli e i formaggi sono quelli della Centrale del latte di Cesena. “Quando mi chiedono la piada cotto e fontina, non riesco a tacere” ride. “Di questi tempi bisogna anche educare a mangiare!”

Foto di Giulia Bartolucci
In materia non credo di aver bisogno di ripetizioni. Mi resta solo da scegliere: piadina classica o gourmet? La preferita di mamma Rita è la classica (crudo, squacquerone e rucola), mentre quella di Emanuele è gourmet (mozzarella di bufala, pesto, zucchine grigliate e scaglie di pecorino). Io non voglio scontentare nessuno e ordino entrambe. Me le vedo arrivare adagiate in uno scolapasta smaltato bianco e blu. Non avevo mai visto delle piadine tanto fotogeniche.