Anche quando non si hanno problemi di udito, occorre a volte far finta di non sentire. È così che Raffaella ha deciso che a Piacenza, a dispetto delle flessioni del mercato librario e dei consigli scoraggianti dei “saggi”, c’era spazio per il suo sogno. Uno spazio fisico, all’angolo della Galleria San Donnino, dove la Libreria Pagine ha una vetrina interna e una esterna che riflette la torre di San Francesco. Dentro, due poltrone sono ai piedi di alti scaffali, montati dalle mani di Raffaella, che ospitano i libri volutamente non disposti di costa, con le copertine che guardano gli occhi di chi le osserva.
«Oltre a essere il momento migliore della giornata – spiega seduta sulla poltrona – per me la lettura è il modo di apprendere un mondo reale che passa anche attraverso il romanzo. Il desiderio di aprire una libreria lo cullavo da più di vent’anni…».
Un’idea che si è andata fortificando nei lunghi pomeriggi trascorsi seduti alla scrivania degli uffici commerciali di varie aziende, per le quali ha lavorato sino a qualche mese fa. Poi il richiamo di quell’idea «che ora – dice – ha preso la forma di questa stanza». Pochi metri quadrati che contengono oltre 16.000 km, dal Canada alla Terra del Fuoco, che attraversano praterie, deserti di ghiaccio e di pietra.
«Tratto soprattutto narrativa nordamericana e la letteratura sudamericana. Per i primi mi rivolgo al romanzo di provincia: lo comperi per leggere una storia e alla fine scopri di avere assorbito molto di più, un modo di vivere, di pensare e di raccontare».
Il Sudamerica si declina invece nella biografia, potremmo dire “indiretta”, di Raffaella. «Sono cresciuta con quella lingua, quegli autori e quell’immaginario perché mio padre è cresciuto in Cile. Mi auguro di invitare a guardare quella parte di mondo andando oltre ai soliti autori, sia pure grandissimi. Riscoprire ad esempio i Coloane, leggere Gamboa e Nona Fernandez tra gli altri».
Mentre parliamo entra una ragazza e spiega i suoi gusti. Cercava altro, ma esce con i “I mistici di Mile End” nella borsetta. Ne approfitto per chiedere qualche consiglio per le sere d’estate. «Due titoli: “Falsa Calma” di Maria Sonia Cristoff, che racconta di alcuni paesi semiabbandonati della Patagonia, un affresco di luoghi e persone. E poi “Come ho incontrato i pesci” di Oto Pavel, la prosa semplice di una testa grande».
Una signora entra con il nipotino. Acquista “Miss Rumphius” di Barbara Cooney, perché alla Libreria Pagine c’è anche spazio per i libri per bambini e per la narrativa italiana, e non mancano volumi che riguardano la città. «Come “Passaggio a Piacenza”, un’antologia di sguardi sulla città dal tempo dei romani fino ai contemporanei, e “L’uovo alla kok” di Aldo Buzzi, un viaggio culinario in Italia dove è dedicata una pagina incantevole alla nostra pìcula ad caval».
Che poi, negli oziosi giorni estivi, ci sono posti migliori di altri in cui leggere, vero Raffaella? «Beh, i chiostri di San Francesco oppure i giardinetti interni di via Vitali. Quest’ultimo è un angolo verde, inatteso e fresco, nascosto al traffico».