Natale è quel giorno in cui mangi e bevi coi parenti e dimentichi tutti i problemi: primo fra tutti che passi il giorno a mangiare e bere coi parenti. Il menù tradizionale del Natale piacentino è fisso (chiunque sgarri viene mandato in esilio a Cremona) e viene accompagnato dai due vini principali del territorio, l’Ortrugo (Bianco) e il Gutturnio (Rosso).

Foto via Facebook
I salumi misti invece vengono accompagnati dallo gnocco fritto. Nel piatto ci sono coppa piacentina, salame piacentino e pancetta piacentina. A volte viene aggiunto il crudo di Parma, ma solo per dimostrare che siamo ospitali (non è vero, è perchè è buonissimo). Lo gnocco invece è una pasta simile al pane, ma fritta, che farcita col salume rappresenta l’accoppiata perfetta. Potremmo definirli un “Al bano e Romina” che ce l’hanno fatta.

Foto di Daniele Villa
In tavola si trovano anche diversi tipi di torte salate (con patate, zucchine, spinaci o altro), e dovrai mangiarle per forza, perchè ognuna è stata preparata da una cugina diversa. Ma a tutte risponderai: “L’assaggio solo, devo lasciare spazio ai primi”.

Foto di Daniele Villa
I primi piatti sono almeno tre. Gli anolini in brodo, un tipo di pasta all’uovo ripiena (con carne/formaggio e pangrattato) immancabile sulla nostra tavola, vengono serviti con brodo di cappone dentro una zuppiera venerata a tal punto dai piacentini che in confronto il Sacro Graal è un soprammobile preso dai cinesi.

Foto di Daniele Villa
Ci sono poi i tortelli con la coda: dei fagottini di pasta ripieni con ricotta e spinaci con una tipica chiusura “a coda” che li rende unici. La nota negativa è che sembrano caramelle, e per questo ne mangerete 114 a testa. La nota positiva è che poi non dovrete andare dal dentista (ma dal dietologo, che costa meno).

Foto via Flickr
Infine i pisarei e fasò, dei buonissimi gnocchetti di farina e pangrattato serviti col sugo di fagioli, lardo e pomodoro di cui però direte “Li assaggio solo, devo lasciare spazio ai secondi”

Foto via Flickr
Passiamo al bollito misto, servito con verdure di contorno per farci sentire meno in colpa. Poi è il turno della coppa arrosto, servita con patate fritte per farci sentire di nuovo in colpa. Dopo i secondi, in genere, c’è una piccola pausa in cui ci si butta sul divano e i giovani promettono di andare presto in palestra. Momento che viene interrotto dalla nonna: “Se andate in palestra vi servono forze, ecco i dolci”. Naturalmente fatti in casa e denominati: “Torta della nonna o Torta della casa”. In ogni caso, qualunque nome va bene pur di non rivelarci cosa ci sia dentro.
Il Bargnolino e il Nocino sono gli amari immancabili di Piacenza che verranno serviti dopo il pranzo. E mentre si gioca a briscola. E durante la tombola. E di sera. E poco prima di dormire.

Foto di Daniele Villa
Se invece siete turisti, per il pranzo di Natale suggerisco uno di questi 3 posti: Trattoria La Carrozza(Via X Giugno 122, Piacenza), ristorante di cucina tradizionale in centro città. Osteria del Morino(Piazza della Rocca 7, Caorso), che miscela piatti della tradizione a portate più ricercate. Trattoria Belvedere(Loc. Magnano 22, Carpaneto Piacentino), cucina piacentina a conduzione familiare sulle colline.

Foto via Facebook

Foto via Facebook
Oppure potrete suonare a casa di qualcuno facendo finta di essere lontani parenti, vedrete che cibo ce n’è per tutti!