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Il rebechin e altri spuntini di Trieste per (non) stare leggeri

Avete presente quando non avete abbastanza fame per un pasto completo ma ne avete a sufficienza da non poter aspettare il prossimo pasto? In questi casi viene in soccorso la cultura del rebechin (il modo in cui i triestini chiamano lo spuntino) che a Trieste ha solide basi e un’antica tradizione che ruota principalmente intorno al buffet, un particolare tipo di locale dove si consumano pasti veloci, spuntini, fuori pasto, e stuzzichini: se avete confidenza coi bacari veneziani considerate che grossomodo siamo li.

Anche qui a farla da padrone è in assoluto il fritto; nei buffet triestini degni di rispetto la vetrinetta del fritto è un po’ un  tabernacolo laico in cui si custodiscono polpette e zucchine panate con una sacralità paragonabile a quella delle ostie, ma nella nostra carrellata sui templi dello spuntino triestino faremo anche qualche puntata “off the beaten track”, assaggeremo anche lo spuntino etnico e chiuderemo in dolcezza, che la noia, si sa, è nemica dell’appetito.

Non possiamo che partire dal Buffet “Da Gildo”, in via Valdirivo, nel cuore del Borgo Teresiano. Non fatevi ingannare dall’aspetto anonimo, quasi dimesso, il locale è affollatissimo ed ultra popolare e se venite durante la pausa pranzo rischiate di contendervi l’ultimo tavolo libero a spallate con un assicuratore o con un’avvocatessa, nonostante il personale sia sveltissimo nel servire al banco e capace di gestire le file in maniera magistrale.

A metà mattina, invece, Gildo da il meglio di sé: la ricetta della casa, quella che in qualche maniera è diventata il marchio di fabbrica del locale è il leggendario panino con il prosciutto cotto (un VERO prosciutto cotto, tagliato a mano, con fette grosse come dita, non quella robaccia li che vi spacciano nei supermercati che non avrà i polifosfati ma non ha neanche l’anima) e una bella fettona di melanzana panata croccante. Se siete alla ricerca di un pizzico di esotismo aggiungeteci senape e kren (la radice del rafano).

La tradizione dello spuntino di metà mattinata triestino, buono anche per pranzo, per metà pomeriggio, per quando hai voglia di carne, fritti e buffet

Foto via Facebook

La seconda tappa della nostra passeggiata in cerca del perfetto “rebechin” ci porta nel pieno della balkantown triestina, in via della Madonnina, ad assaggiare quella bomba di calorie, grassi saturi e amore per la vita che è la pljeskavica di Rustiko.

La tradizione dello spuntino di metà mattinata triestino, buono anche per pranzo, per metà pomeriggio, per quando hai voglia di carne, fritti e buffet

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La pljeskavica è lo street food per eccellenza in tutti la regione balcanica, una sorta di hamburger speziatissimo che viene servito in una pagnotta piatta simile al pane arabo (ma ditelo sottovoce che l’occupazione ottomana gode di una cattiva reputazione da quelle parti) riscaldata sulla stessa piastra dove viene cucinata la pljeskavica.

La tradizione dello spuntino di metà mattinata triestino, buono anche per pranzo, per metà pomeriggio, per quando hai voglia di carne, fritti e buffet

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Vi consiglio di farvi farcire il panino con una spalmata di kaymak, un formaggio cremoso salato e piccantino che si fregia, a detta dei turchi che l’hanno inventato, del titolo di alimento più calorico al mondo.

La tradizione dello spuntino di metà mattinata triestino, buono anche per pranzo, per metà pomeriggio, per quando hai voglia di carne, fritti e buffet

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Per chiudere in bellezza un suggerimento anche per uno spuntino dolce.

La tradizione dello spuntino di metà mattinata triestino, buono anche per pranzo, per metà pomeriggio, per quando hai voglia di carne, fritti e buffet

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Nelle gentrificatissima zona di Cavana, e più precisamente in piazza Hortis, gli amanti del cupcakes e delle torte multipiano di scuola anglosassone troveranno un accogliente rifugio da Mug Bakery.

L'autore: Roberto Lisjak

Roberto “Wandervogel” Lisjak, sulla carta d’identità, alla voce “professione”, ha scritto giornalista ma è un mestiere che esercita con una certa parsimonia. La sua vera occupazione è fare il DJ e collezionare vinili. Appassionatissimo di moda, ha una collezione di scarpe che Imelda Marcos al confronto è una francescana. Wandervogel significa “uccello migratore” quindi difficilmente lo troverete due settimane di fila nella stessa parte di mondo.

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