C’è un posto, in Piemonte, per il quale merita infilarsi un paio di scarponi robusti e dedicarsi a una gita di escursionismo autunnale. È la riserva naturale Rocca San Giovanni Saben, a pochi minuti dalla città di Cuneo, in Valle Gesso. Per raggiungerla bisogna oltrepassare la porta del Parco Naturale delle Alpi Marittime, in direzione Borgo San Dalmazzo e proseguire verso Valdieri.

Foto di Martina Merletti

Foto di Martina Merletti
Alle spalle dell’abitato vedrete innalzarsi una grigia parete calcarea: è grazie a lei se qui, dal 1984, la riserva naturale di Juniperus phoenicea protegge la popolazione italiana più settentrionale di ginepro fenicio, una specie arbustiva tipica della macchia mediterranea – produttrice delle profumatissime bacche scure che usiamo in cucina, per intenderci. Osservare la presenza di una pianta marittima in una valle alpina, di per sé, vale una gita di escursionismo a Cuneo.
La diffusione del ginepro in questo ambiente è dovuta al microclima del tutto atipico creato dalla falesia calcarea esposta a sud. Una condizione climatica unica, che fa sì che la via che porta alla cima Saben (1670 m.s.l.m.), che domina la riserva, sia percorribile durante tutto l’anno.

Foto di Martina Merletti

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D’autunno, in particolare, l’intero vallone Scumbes offre uno spettacolo mozzafiato di colori. Data l’unicità di questo ecosistema, e il delicato equilibrio che lo regola, vi è un unico sentiero percorribile che attraversa la riserva di Juniperus phoenicea e arriva, dopo circa tre ore di ripida salita, alla cima Saben. Per raggiungere la vetta occorrono buone gambe e un po’ di esperienza, perché il sentiero, salendo, presenta dei tratti esposti e qualche pietraio che è bene approcciare con attenzione.

Foto di Martina Merletti

Foto di Martina Merletti
Ma non disperate: la riserva è bellissima in ogni suo punto e per godersi l’incredibile clima estivo e i colori autunnali basta addentrarsi appena. Inoltre, sul sentiero che porta alla cima, ci sono due tappe intermedie: Teit La Crava (1237 m.s.l.m.) e, poco più su, la località Teit Clineta (1333 m.s.l.m.). Qualunque sia la vostra meta, però, il caldo può cogliervi davvero alla sprovvista: riempite le borracce lungo la strada, alla fontana di via Principe Umberto, a Valdieri.

Foto di Martina Merletti
Proseguendo oltre la chiesa, fin dai primi cartelli che segnalano l’area protetta, avrete chiaro di non essere in un posto qualsiasi. Il tepore e la varietà di piante – molto diverse da quelle che vi aspettereste di trovare in queste valli – svelano che molte circa 450 altre specie trovano nella riserva di Juniperus phoenicea il loro habitat ideale.
Questa varietà botanica in un’area così ridotta risale al periodo delle glaciazioni, quando molte piante, sfruttando i periodi interglaciali, risalirono dalla costa, trovando rifugio nella conca calcarea. Questa sorta di miracolo climatico e geomorfologico influisce anche sulla fauna: farfalle, formiche schiaviste e falchi pellegrini.

Foto di Martina Merletti
Proprio per via della nidificazione di uccelli rari e sensibili al disturbo umano l’accesso alle pareti è vietato ed è importante rimanere sul sentiero. Così, con un po’ di silenzio e tanta fortuna potreste incontrare alcuni inquilini della riserva.
Per chi non volesse avventurarsi nell’ardua impresa della cima e, dunque, rimanesse con mezza giornata libera e molte energie, nei dintorni le attività in cui impegnarsi non mancano.

Il Memoriale della Deportazione – Foto di Martina Merletti

Il Memoriale della Deportazione – Foto di Martina Merletti
A pochi passi dall’ingresso della riserva naturale di Juniperus phoenicea potete imboccare il Sentiero delle Farfalle, oppure visitare le grotte di Bandito. Ciò che vi consiglio caldamente, però, è una tappa alla stazione di Borgo San Dalmazzo dove, visitando il commovente Memoriale della Deportazione, potrete osservare una delle tracce più laceranti del periodo nazi-fascista italiano.